Il punto dopo la partita di Bergamo evidenzia ancora la fragilità difensiva dei viola e qualche segnale positivo
Sei gol subiti in quattro gare, tre soli punti in classifica, prima sconfitta e ancora nessuna vittoria, tra campionato e coppe, pur avendo affrontato due neopromosse e una squadra di caratura inferiore come gli ungheresi del Puskas, sintetizza così il Corriere Fiorentino l’avvio di stagione dei viola.
FRAGILITÀ DIFENSIVA. Numeri condizionati dalla parte di stagione giocata prima della sosta a mercato aperto e con le rosa del tutto incompleta. Per questo la sconfitta di ieri contro l’Atalanta deve essere analizzata tenendo conto solo in parte delle disarmanti prestazioni pregresse. C’è stata una continuità negativa per quanto riguarda la fragilità difensiva, evidente anche ieri, che pare però avere origine più dai limiti dei singoli che dalle disposizioni tattiche (da anni ormai è il tallone d’Achille viola). Una maggiore presa di coscienza in questo senso avrebbe forse portato a intervenire con più urgenza durante il mercato, ma così non è stato. L’allenatore aveva scelto di rinforzare almeno il centrocampo inserendo un mediano in più, portando più compattezza almeno nella prima mezzora di partita.
I SEGNALI POSITIVI. Nel primo tempo la Fiorentina è stata più squadra, riuscendo a tenere il campo e a ribattere colpo su colpo ai bergamaschi, passando per due volte in vantaggio. Mezzora, o qualcosa in più, in cui è riuscita a giocarsela alla pari su un campo difficile come quello di Bergamo. Segnali positivi su cui insistere e lavorare Palladino ne ha dunque a disposizione.
MODULO. Oltre alla estrema fragilità in difesa, è arrivata anche la conferma di come la variante più offensiva, quel 3-4-2-1 con cui nella parte finale i viola hanno cercato di agguantare il pari, sia ancora troppo per una Fiorentina che solo grazie agli errori sottoporta degli atalantini ha evitato una pesante imbarcata. Solo equilibrio da trovare o coperta troppo corta? La risposta a questa domanda dirà quali potranno essere le ambizioni di classifica del gruppo di Palladino. Perché se al primo problema si può almeno cercare rimedi (anche a seconda della difficoltà dell’avversario), il secondo potrebbe essere più difficile da gestire soprattutto quando da ottobre inizieranno anche gli impegni e le lunghe trasferte internazionali durante la settimana.
TEMPO. Se dunque da una parte la sosta ha restituito una Fiorentina in grado di accendere qualche intermittente scintilla, dall’altro conferma come per la maturazione la squadra abbia ancora bisogno di tempo. Le prossime due gare contro Lazio e Empoli ci diranno quanto sarà capiente la clessidra a disposizione di Palladino.

Di
Redazione LaViola.it