Niente botto last minute. Tanti calciatori in bilico. Qualcuno non è partito solo per assenza di sostituti, ma potrà andar via in estate. Ora serve programmare. Ma le incognite sul futuro di tecnico e ds pesano
Il mercato di gennaio della Fiorentina si chiude senza botto a sorpresa. Ed anche senza rivoluzioni generali. Lirola è stato sostituito da Malcuit, Cutrone con Kokorin. La falla in mezzo al campo apertasi con la partenza di Duncan rimane, ma non si è ampliata con Pulgar che invece resta. Più per assenza di sostituti che per altro.
QUELLI COMUNQUE IN BILICO. Il cileno è comunque considerato un alternativa. Senza assenze o squalifiche giocano Amrabat-Castrovilli-Bonaventura in mezzo al campo. Prima alternativa Pulgar, appunto, seconda Borja Valero. Con Eysseric risorsa, anche lui rimasto più per assenza di offerte concrete che per convinzione della Fiorentina. Rosa cortissima per la mediana. Se non dovesse riuscire a convincere Prandelli Pulgar lascerà Firenze in estate. Detto di Eysseric comunque in bilico, anche se in estate sarà ad un anno dalla scadenza, sono diversi i giocatori viola che da qui a fine anno dovranno dare risposte. Oltre a Malcuit, che arriva già da precario vista la formula del prestito secco (con promessa di riparlarne tra Napoli e Fiorentina a fine stagione), c’è un Kouame che troverà ancora meno spazi visto l’innesto di Kokorin. La Fiorentina, tuttavia, ha preferito dire di no alla corte del Torino perché convinta delle qualità dell’ex Genoa. I prossimi mesi di stagione diranno se era meglio accettare i 16 milioni circa offerti da Cairo oppure se è stata azzeccata la scelta di tenerlo ancora. Barreca e Callejon restano in maglia viola. Entrambi dovranno meritarsi il riscatto nel caso dell’esterno ex Monaco e la permanenza nel caso dell’ex Napoli. Altrimenti uno tornerà al club d’appartenenza, e l’altro saluterà.
CHI (FORSE) TORNA, CHI SCADE. C’è poi la lunga lista di coloro che a fine anno potrebbero salutare per scadenza di contratto. Da Borja Valero a Caceres fino a Ribery. Chi torna sarà Riccardo Sottil dal prestito al Cagliari, mentre quasi tutti coloro che sono andati via adesso potrebbero tornare essendo partiti in prestito con diritto di riscatto. Da Lirola a Duncan, fino alla lunga lista di esuberi partiti in prestito secco o con diritti vari: Rasmussen, Saponara, Hristov, Hancko, Gori, Zurkowski, Terzic, Ranieri, Diks e altri potrebbero/dovrebbero rientrare alla base. Per Lafont dipende tutto dal Nantes. Anche Cesare Prandelli e Daniele Pradè vedranno terminare il loro legame contrattuale con la società viola a fine stagione. Per nessuno dei due, dal loro punto di vista, pare essere un problema. Commisso, continua a ribadire il suo mantra del ‘ogni cosa a suo tempo’, sottolineando legame e fiducia nei confronti del suo direttore sportivo, e ribadendo il concetto della meritocrazia nel caso del lavoro dell’allenatore. Ma da oggi, e forse è già tardi, sarebbe il caso di iniziare a programmare la prossima stagione. Anche in virtù di posizioni tutte in divenire: da Pezzella, al rinnovo di Vlahovic ma soprattutto con la ormai probabilissima uscita di Milenkovic.
PROGRAMMAZIONE. Il dover mettere toppe qua e là per situazioni ereditate dalla precedente gestione e per porre rimedi ad errori commessi non può essere il modus operandi di una società che vuole crescere. Che deve tornare a livelli che le competono e magari anche andare oltre, come da ambizione della proprietà. La programmazione nel calcio di oggi è tutto. Lo insegnano Atalanta, Lazio, Sassuolo e altre realtà. E ad oggi, invece, sono troppe le incognite che rendono il poter programmare difficile, se non impossibile, per la Fiorentina.
Senza sapere chi sarà il tecnico, avrebbe senso mettersi ad un tavolo con Ribery e parlare di rinnovo (a cifre esose per un club come la Fiorentina)? Senza sapere se e come l’eventuale nuovo allenatore (o Prandelli) abbia in mente di valorizzarne le qualità? Un tecnico in bilico, inoltre, non sempre lascia la via delle presunte certezze e della stabilità per buttar dentro nuovi elementi. Iachini, ad esempio, preferiva adattare i giocatori al suo credo piuttosto che viceversa in nome di una continuità che secondo lui dava più garanzie. E per volontà di Iachini, o comunque con il suo placet, sono stati spesi milioni sonanti per Duncan (16) e per Callejon (2,2 netti di ingaggio per due anni), calciatori finiti nel dimenticatoio col cambio di tecnico. Cesare Prandelli è vero che ama la maglia viola, sì, ma si gioca anche il proprio futuro. Esperimenti, come quelli visti in avvio di avventura o al San Paolo hanno portato più a figuracce che a risposte positive. E ora che ha trovato la strada della continuità, lasciare la via vecchia per quella nuova (Kokorin-Malcuit) non sarà scontato. Discorsi simili valgono anche per la posizione del direttore sportivo. Ok che il mercato di gennaio è difficile e pieno di ostacoli. Ma trattative come Torreira o Lazovic, già parzialmente intavolate o comunque previste, per la prossima stagione rischiano di finire nel cestino in caso di avvicendamento dello stesso Pradè. E se questa è l’intenzione, ovvero cambiare direttore sportivo (cosa smentita dalla Fiorentina stessa con attestato di fiducia da parte della società viola a Pradè), l’auspicio è che non si attenda l’ultimo giorno di contratto dello stesso attuale direttore sportivo. Altrimenti sarebbe punto e daccapo.
Di
Gianluca Bigiotti