Sbagliando si impara: ko di Empoli a lungo ‘manifesto’ di ciò che non va fatto. Da lì in poi grossi passi in avanti per la Fiorentina di Italiano
Per settimane Vincenzo Italiano ha continuato a citare quel ko di Empoli, ergendolo a ‘manifesto’ di ciò che non avrebbe mai più voluto rivedere dalla sua Fiorentina. Lo ha fatto ancora e ancora, prima e anche dopo le vittorie che a quel passo falso hanno fatto seguito, con Samp, Bologna e Salernitana. Non a caso, dalla sconfitta del Castellani in poi, la formazione viola ha inanellato 4 vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia, oltre a due pareggi, trovando finalmente continuità. Nei risultati, ma non solo.
SBAGLIANDO SI IMPARA. Da quel post gara di Empoli, in cui Italiano disse di aver vissuto “una delle delusioni più grandi della sua carriera da allenatore”, guarda caso la Fiorentina ha dapprima ribaltato un risultato di svantaggio con la Samp, cosa che non aveva mai fatto prima evidenziando delle difficoltà psicologiche nel momento in cui incassava gol, ha saputo amministrare in maniera intelligente i minuti finali di Bologna, dove ha anche evidenziato dei passi in avanti giganteschi dal punto di vista del cinismo sotto porta e della gestione del pallone, ed ha poi saputo cambiar marcia nel momento in cui c’era da farlo con la Salernitana, prima sbloccando e poi chiudendo. Rimonta di carattere anche col Sassuolo, con un doppio svantaggio recuperato che, senza rosso di Biraghi, avrebbe potuto anche vedere un epilogo differente. Rimonta, almeno sino al pareggio, anche contro il Verona. “Dobbiamo crescere e capire che quando una gara, per qualche motivo, non la si può più vincere non la si deve perdere”, disse dopo Empoli Italiano. Altra lezione fatta propria dai suoi.
DETTAGLI. “Non abbiamo ancora fatto niente”, ha ripetuto più e più volte dopo le varie recenti vittorie Italiano. Non tanto per citare una frase fatta, ma perché le motivazioni e l’applicazione che stanno mettendo in campo i suoi ragazzi stanno facendo la differenza nel cammino di questa Fiorentina. Basti pensare alla partita col Milan, tra la linea del fuorigioco dietro da rispettare in maniera maniacale e i movimenti da non sbagliare per gli esterni d’attacco, sia in fase difensiva che offensiva, con Duncan e Vlahovic spesso ad alternarsi tra sponde da ricevere su palloni provenienti dalle retrovie e l’attacco della profondità. Oppure alla ricerca dell’inserimento della mezz’ala sui cross dalle corsie, come a Bologna, da alternare ai palloni sul palo lontano per l’altro esterno che parte da dietro, come accaduto con la Samp. Il tutto mixato alla varietà di soluzioni su palla inattiva, soprattutto sui corner con la ricerca della sponda di Vlahovic sul secondo palo o i movimenti dei centrocampisti. Il gol di Vlahovic su assist di Sottil alla Salernitana è qualcosa di studiato: tutti i calciatori viola toccano il pallone, facendo giro palla per far uscire gli avversari dal guscio, e attacco furioso e rapido della profondità con la giocata dell’esterno che sa come trovare chi, ormai da qualche mese, la butta dentro con una costanza disarmante (“abbiamo fatto gol facendo la giocata studiata in allenamento”, ha detto il serbo rivolgendosi a Italiano dopo quell’azione). “Fino a qualche gara fa facevamo un po’ di fatica nell’innescare Vlahovic, poi abbiamo cambiato marcia”, ha detto lo stesso Italiano. Dettagli, appunto, ma (quasi) nessuno casuale.
CHI NON HA IMPARATO. Quasi sempre, inoltre, chi è subentrato in questa Fiorentina lo ha fatto inserendosi subito e bene. Tutti sanno cosa fare, e raramente qualcuno ha sbagliato atteggiamento o movimenti. Non a caso, chi ha fatto più fatica è rimasto fuori dalle rotazioni: Amrabat, dopo qualche stoccata sulle caratteristiche da parte di Italiano a inizio stagione, non ha risposto presente nelle occasioni che gli sono state concesse (Venezia, Juventus), perdendo anche quello spirito combattivo che aveva messo in mostra quando a inizio campionato veniva inserito nei secondi tempi. Un altro che ha fatto molta fatica è Castrovilli, al di là degli infortuni. A Bergamo, ad esempio, con la Fiorentina che aveva appena battuto l’Atalanta, con la squadra che stava festeggiando sotto il settore ospiti, Italiano andò a rimbrottarlo per alcuni movimenti sbagliati. La speranza è che il 10 viola possa fare del gol di Verona un punto di rinascita.
Nel frattempo, quel ko di Empoli resta lì, a manifesto di ciò che non dovrà ripetersi. La strada per l’Europa, d’altronde, è ancora lunga e dura. Ikoné potrà dare un’importante mano, ma sarà soprattutto il modo con cui questa Fiorentina continuerà ad applicarsi a fare la vera differenza.
Di
Gianluca Bigiotti