“Italiano, insieme a Sarri, è stato l’allenatore più importante della mia carriera. A Verona anche grazie a Barak”, ha detto l’ex Fiorentina
Dopo l’annuncio ufficiale dello scorso 21 luglio, Riccardo Saponara ha tenuto la conferenza stampa di presentazione come nuovo giocatore dell’Hellas Verona. L’ex viola ha parlato innanzitutto degli ultimi anni passati a Firenze: “Ho ritrovato negli ultimi anni una linfa che stava scemando – si legge nelle dichiarazioni raccolte da CalcioHellas.it –. La mia carriera non è stata semplice e ho trovato un guizzo a Firenze. Sono in un periodo in cui sono consapevole delle mie doti tecniche e umane e ho voglia di dare un contributo a questa realtà che mi ha dato fiducia per salvarci“.
LA SCELTA. “Sinceramente ho avuto contatti con Sogliano ancora prima della scadenza del contratto con la Fiorentina, anche da qualche anno. Mi sono guardato attorno e quando mi si è presentata questa idea sono stato subito convinto, anche prima dell’arrivo di Baroni. Perché? Per il calore della piazza che ho sentito ogni volta che venivo a giocare qui“.
RUOLO. “A livello tattico il progetto di Baroni è simile a quello di Italiano e non ci saranno troppe novità a livello tattico. Posso giocare come trequartista ma in viola ho giocato anche a destra all’occorrenza. Io leader? Non me la sento, non è una cosa che devo mettere giù io ma deve essere riconosciuto dai compagni. Certo, a Verona porto esperienza calcistica e carismatica. Cercherò di aiutare i giovani”.
SALVEZZA. “Mi carica l’entusiasmo e la responsabilità. Sarà un campionato diverso rispetto alle ultime due stagioni alla viola ma quasi sempre nella mia carriera ho affrontato situazioni simili. Servirà un’identità per non fare fatica e il mister ha già un’idea ben chiara su questo. Ogni componente sarà fondamentale e dovremmo imporre il nostro gioco in ogni campo in cui andremo a giocare senza andare a rischiare come l’anno precedente“.
ALLENATORI. “Mi sembra di rivedere l’Empoli di Sarri con tanti giovani che vogliono emergere in Serie A. Lui è stato incisivo nella mia crescita posizionandomi come trequartista e diede vita alla mia carriera in A. Con Italiano, sono i mister che mi hanno dato di più“.
LA CRESCITA. “Nel mio percorso mi sono tolto tante soddisfazioni, a volte ho sfruttato le occasioni che ho avuto, a volte no. Quando ero giovane volevo giocare a tutti i costi e poi mi ha portato problemi, ora ho imparato a gestirmi. Non rinnego quello che ho fatto. Etichetta di incompreso? Me lo sono portato dietro per molto tempo ma oggi credo di aver superato questa cosa, sono passato dall’altra parte”.
CONSIGLI E GOL. “Barak mi ha stimolato molto per venire a Verona, l’ho sentito telefonicamente e mi ha parlato bene di società, strutture e tifosi. Amrabat, invece, non lo sento molto. Non voglio prefissarmi un numero di reti preciso, voglio incidere quotidianamente per salvarci il prima possibile“.
Di
Redazione LaViola.it