Queste altre parole di Riccardo Saponara al Corriere dello Sport – Stadio.
Certo, quando l’abbiamo vista alle spalle dell’attaccante, di Simeone, spesso è stato….un bel vedere: eleganza e concretezza, come contro la Roma. «E’ una posizione che esalta le mie qualità. Non sono un attaccante esterno né tantomeno una seconda punta. Potendo contare su un centrocampo molto bravo in fase di interdizione, capace di spingersi anche in avanti, in quel fazzoletto di campo posso dare un contributo importante. Io sono un giocatore che ha….la necessità di muoversi tra le linee, senza schiacciarmi sulla linea dei difensori avversari».
Mancano ancora 90 minuti al termine della stagione, ma questa rischia di essere la seconda stagione, dopo quella al Milan, archiviata senza reti. Il gol è un’ossessione? «Non mi pesa il fatto di non aver segnato nemmeno una volta. A me piace costruire assist: quelli sono i miei gol, quelli che fanno la differenza».
Un assist a San Siro cosa rappresenterebbe per lei? «La ciliegina sulla torta di due mesi vissuti a buon livello. Sembrava che la stagione potesse scivolare via in maniera anonima, invece non è stato così».
La qualificazione in Europa, paradossalmente, è sfuggita più per i punti persi con le piccole che contro le big. «Probabilmente col Cagliari abbiamo avuto una mancanza sotto il profilo nervoso che poi è diventata naturale conseguenza di una resa minore a livello fisico che a volte è stata inspiegabile».
Di certo c’è che questa squadra, giovane e spregiudicata, è riuscita a riavvicinare i tifosi. C’è di nuovo entusiasmo attorno a tutti voi. «Tutto è cominciato dalla scorsa estate a Moena, quando ci fu una sorta di promessa bilaterale di impegno. Prima della trasferta di Bologna sono venuti a….tirarci le orecchie, eravamo reduci dal ko col Verona. Io ho apprezzato tantissimo i toni del colloquio, oltre all’atteggiamento. C’erano anche i presidenti dei quattro quartieri che rivendicavano l’orgoglio per i rispettivi colori. Siamo consapevoli di aver riacceso un pizzico di fervore. Vinti o vincitori, abbiamo sempre ricevuto una pioggia di applausi: siamo orgogliosi, sono emerse doti umane da parte della squadra e una dose importante di resilienza».
Di
Redazione LaViola.it