Da trequartista a esterno, così è tornato importante anche per la Fiorentina. Stimato ed elogiato da Italiano, tutto è partito a La Spezia
Possono dieci partite lasciare un marchio indelebile in una stagione storica? Sì, se ti chiami Riccardo Saponara. Se abbini qualità e valori morali, senso del gruppo e giocate sensazionali. Cinquecento minuti totali giocati con lo Spezia che hanno cambiato la seconda parte di carriera del fantasista di Forlì. Arrivato a gennaio 2021 in prestito dalla Fiorentina, ci ha messo poco per strappare applausi. Lo sanno bene all’Olimpico, con quella doppietta (tiro all’incrocio e poi pallonetto da fuori ‘alla Totti’) che fece stropicciare gli occhi. Ma non solo, perché poi il trequartista trasformato esterno da Italiano fu anche determinante nello scatto salvezza dei suoi.
QUESTIONE DI FEELING. Ecco perché anche per Saponara, e non solo per lo stesso Italiano, sarà un ritorno non certo banale domani al Picco. Magari, senz’altro, riceverà un’accoglienza diversa, probabilmente più positiva. In quello stadio in cui confidò anche di voler rimanere, a maggio, proprio per il feeling che si era creato con il tecnico e con la piazza. Prima di ritrovarsi proprio Italiano sulla panchina viola. “Sono stato fortunato a lavorare con lui, ci siamo sentiti anche durante le vacanze per uno scambio di opinioni. Penso di partire avvantaggiato perché conosco le sue richieste, ma penso che tutti i giocatori riusciranno a capire il suo gioco in poco tempo. Io devo aiutare nell’apprendimento i ragazzi più giovani”, diceva Ricky a Moena. Dal ruolo di guida nello spogliatoio a leader tecnico in campo, Saponara è riuscito a tornare determinante come ai tempi migliori. Con un paio di stop dovuti a problemi fisici, ma anche con giocate illuminanti.
LA PIAZZA GIUSTA. La sua vita è cambiata proprio allo Spezia con Italiano. Dopo i vari prestiti a Samp, Genoa e Lecce, e i soli due spezzoni nella prima parte della scorsa stagione con Iachini e Prandelli. La terza tappa in Liguria è stata quella vincente. Soprattutto perché il tecnico ora in viola è riuscito a valorizzarlo come esterno, dopo una vita passata a fare il trequartista: “Cambiare ruolo fa parte della crescita calcistica: ho sempre avuto doti atletiche che sono venute sempre meno nell’occhio. Il primo a mettermi sulla fascia era stato Liverani a Lecce e la cosa mi sorprese, anche se ho avuto buoni risultati. Con il mister a La Spezia ci siamo confrontati e gli ho suggerito l’esterno sinistro. In questa posizione ho più spazi e mi trovo molto bene perché posso attaccare”. Già, e proprio come esterno sinistro a La Spezia ha regalato grandi gioie: prima il gol del pareggio, fondamentale, a Verona negli ultimi minuti (4′ dopo il suo ingresso), poi la rete sblocca-partita nel 4-1 al Torino che sancì la matematica salvezza degli ‘aquilotti’.
TANTA QUALITA’. Scene che a La Spezia hanno ancora impresse nella mente, in una stagione, la scorsa, davvero storica. Con Italiano a Firenze poi è cambiata la vita di Saponara, confermato come esterno nel nuovo 4-3-3 viola. Non una comparsa, anzi: uno dei protagonisti della Fiorentina che sta lottando per un posto in Europa. Uno dei titolari, in fin dei conti, nel gruppo ‘allargato’ che Italiano gestisce di partita in partita. Ventuno partite giocate su 28, 909′ in campo in stagione. Era dai tempi della seconda esperienza all’Empoli che non giocava così tanto. Prestazioni condite quasi sempre con giocate di qualità: a Genova ribaltò il risultato con un gol (una perla a giro sul secondo palo) e un assist (bellissimo, d’esterno per Bonaventura), in casa col Cagliari giocò una partita strepitosa con l’assist facile facile per Nico Gonzalez, con lo Spezia all’andata illuminò con quel tacco per Odriozola sul raddoppio di Vlahovic, poi gli assist allo stesso Vlahovic contro il Milan e contro il Napoli in Coppa, insieme ad altre prove ben oltre la sufficienza.
LA STIMA DI ITALIANO. Insomma, un giocatore ritrovato, per certi versi rinato: “Saponara è un ragazzo particolare, bisogna cercare di stimolarlo con le giuste parole. In questo momento riusciamo a coinvolgerlo, a farlo sentire importante e tira fuori certe giocate. Sono contento di aver riacceso il fuoco che forse si stava spegnendo in lui: averlo con questa testa è un vantaggio per la Fiorentina”, aveva detto Italiano dopo il Milan, per poi ribadire: “Riccardo ha delle qualità che lo hanno portato al Milan a grandi livelli. Ha un carattere particolare come tutti, quando si sente coinvolto dà il meglio e sono contento per lui”. Insomma, un feeling speciale e un rendimento sul campo che fa la differenza. Domani non sarà una gara particolare solo per il tecnico viola, ma anche per l’esterno che fu trequartista. Nella città che gli ha cambiato la seconda parte di carriera. Ora è un valore aggiunto nella Fiorentina che cerca lo scatto per l’Europa.
Di
Marco Pecorini