Il portiere rappresenta un anello di congiunzione tra vecchia e nuova Fiorentina, è stato il primo acquisto di Commisso. Sempre affidabile
L’incoronazione arriva direttamente da “Le Roi” Franck Ribery. «Saracinesca!». Il numero 7 viola infatti, direttamente dal treno che riportava la Fiorentina a Firenze dopo il pari con l’Inter, sui propri social ha postato una foto insieme con Pietro Terracciano. Aggiungendo: «Contento per te Frero (fratello)». Una prova da 8, i compagni hanno eletto “San Pietro” migliore in campo, scrive La Gazzetta dello Sport.
TRA VECCHIA E NUOVA FIORENTINA. Terracciano è viola da un anno e mezzo. Essendo una sorta di anello di congiunzione tra la vecchia Fiorentina e quella nuova, con lo start datato inizio giugno con l’arrivo di Commisso. Fu infatti Pantaleo Corvino a portarlo a Firenze, nel gennaio 2019, creando uno scambio di prestiti con l’Empoli (Dragowski fece il percorso contrario) mettendo l’esperto Pietro alle spalle del giovane Lafont. In estate poi, Pradè ha perfezionato l’acquisto a titolo definitivo. Praticamente senza esborso. È stato dunque lui il primo arrivo della nuova gestione. Preso con il duplice scopo di coprire le spalle proprio di Dragowski e contemporaneamente dare un contributo ad ampio raggio dentro lo spogliatoio. Leader silenzioso e apprezzato che è andato addirittura oltre. A Firenze lo considerano il miglior secondo portiere del campionato. Ma sulle spalle ha la maglia numero 1. Come a dire, sono più di un semplice dodicesimo. Il campo gli sta dando ragione.
SICUREZZA. La gara contro l’Inter rappresenta l’apice dell’esperienza viola insieme all’esordio dello scorso anno nell’1-1 contro la Lazio. Quando è stato chiamato in causa “San Pietro” ha, chiavi in mano, blindato la porta viola, dando sempre la consueta impressione: solido, affidabile, sicuro. Domenica la Fiorentina è attesa dalla trasferta con la Roma. Dragowski non è al massimo per una lombalgia acuta: se non dovesse recuperare la Viola sa comunque di essere in buone mani. L’uomo va di pari passo con il portiere. Durante il lockdown ha sofferto visto che moglie e bambini erano a casa in Sicilia. Pietro è stato fra i primi, il 9 marzo, a donare fondi (al San Raffaele di Milano, ndr) per rafforzare la terapia intensiva invitando tutti a fare altrettanto. Perché, spiega, bisogna essere numeri 1 anche fuori dalla porta.
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Redazione LaViola.it