Trittico fondamentale per la Fiorentina, poi anche Parma e Benevento dopo la Roma. Rocco rimanda le decisioni sul futuro: testa al presente
Due giorni di riposo, prima di rituffarsi con testa e corpo ad un trittico di partite che può essere parecchio indicativo sulle prospettive della stagione viola. Un’annata fin qui in sofferenza, fatta di alti (pochi) e bassi (diversi), di difficoltà, di tante contraddizioni. Dopo la delusione contro l’Inter, gara in cui la Fiorentina ha prima meritato di chiudere in parità il primo tempo, salvo poi quasi mollare la presa dal 50′ in poi, ora tre sfide che potranno misurare il valore dei viola contro avversarie da metà classifica.
TRITTICO. Samp, Spezia e Udinese: tutti in casa Fiorentina sanno di giocarsi molto in queste tre gare. Certo, di sicuro non tutto, perché comunque andrà il campionato sarà ancora molto lungo, ma racimolare un bottino importante permetterebbe di staccarsi un po’ di più dalla zona caldissima di classifica. Al contrario, perdere terreno e qualcuna delle tre gare, rischierebbe di ‘bruciare’ almeno parte dei 7 punti di vantaggio che ora la Fiorentina ha sulla terz’ultima. E se Commisso la scorsa settimana puntualizzava sul fatto che “nessuno come noi ha migliorato 6 posizioni, dalla 17° all’11°, in così poco tempo”, i risultati dell’ultimo turno hanno fatto scendere i viola da quell’11° posto al 15°, perdendo di fatto quattro posizioni.
MIGLIORARE. Classifica corta lì in mezzo, sì, ma anche tensione da non mollare assolutamente. Nel girone di andata arrivarono il ko per 2-1 contro la Samp in casa, il 2-2 parecchio deludente con lo Spezia (che rimontò dal 2-0 e ‘rischiò’ anche di vincere) e il 3-2 interno con l’Udinese (anche qui con rimonta al passivo sfiorata). Quattro punti e le prime vere difficoltà dello Iachini-bis. La speranza, per il gruppo di Prandelli, è di migliorare quel bottino racimolato ad ottobre per recuperare terreno in classifica. Dopo la Roma (3 marzo) ci saranno poi Parma (7/03) e Benevento (13/03): altri scontri salvezza. All’andata, dalla Samp al Benevento, arrivarono in totale 5 punti in 6 partite. Era il momento più difficile, che portò all’esonero di Beppe e all’arrivo di Cesare (che per arrivare al primo successo in campionato dovette aspettare il 3-0 con la Juve).
TESTA ALLA SALVEZZA. Adesso far meglio di un girone fa è praticamente un obbligo. Anche perché, dopo aver chiuso il girone d’andata a 21 punti, l’obiettivo (oltre ad arrivare il prima possibile ai 40 punti) è di migliorarsi. E migliorare, magari, anche i 49 punti della scorsa stagione. Insomma, c’è ancora da ‘pedalare’, e non poco. Con già un ritardo di 2 punti rispetto alle prime due gare del girone d’andata. Il margine per rifarsi, adesso, c’è. Per archiviare la prova negativa contro l’Inter, e ribadire invece le prestazioni degli ultimi tempi contro Cagliari, Crotone e Torino. Avversarie alla portata dei viola, così come Samp, Spezia e Udinese. Ma assolutamente da non sottovalutare. Anzi. Testa che deve rimanere concentrata sull’obiettivo minimo. Anche per questo ogni decisione per il futuro è stata rimandata da Commisso.
POI LE SCELTE ‘CHIAVE’. Lo ha ribadito anche nelle ultime uscite pubbliche. Tante le scelte da prendere, da direttore sportivo e allenatore a tanti titolari possibili partenti (Ribery, Pezzella, Milenkovic ecc.). Ma ancora non è il momento di parlarne. Per non far sentire ‘a termine’ i protagonisti, al di là dei contratti. Tutti devono rimanere concentrati al 100% sul presente. Anche se è chiaro che per Commisso tra qualche mese si aprirà il classico bivio. Rocco era partito acquistando la Fiorentina con il mercato estivo 2019 già iniziato, è stato condizionato da contratti e situazioni precedenti ed è rimasto ‘scottato’ da qualche decisione non felice. Nel frattempo ha iniziato a capire le difficoltà del calcio italiano, dentro e fuori dal campo. A giugno scadranno i legami con Montella e Iachini (che alleggeriranno i conti viola), oltre a quelli con Pradè e Prandelli. Insomma, seguendo anche i suoi principi di “meritocrazia”, potrà tirare una linea e scegliere chi sarà chiamato ad aprire una stagione (si spera) con meno sofferenze e più soddisfazioni. Una Fiorentina più ambiziosa, come ha sempre dichiarato di voler costruire Rocco, al di là degli impedimenti extra campo (stadio e Covid) che certo non si aspettava al suo arrivo a Firenze. Ma certo il presidente viola non sarà contento di vedere una squadra a lungo alle prese con la lotta per non retrocedere.
SQUADRA ALL’ALTEZZA DEL VIOLA PARK. Per questo, anche sulla scia del Viola Park che tra un anno e mezzo porterà la Fiorentina ad allenarsi quotidianamente in un ambiente di élite a livello europeo, in molti si aspettano che sia allestita nel frattempo una formazione che segua le stesse ambizioni. Commisso ha chiesto tempo, ha ricordato più volte come nei primi anni di presidenza nessuno abbia avuto vita facile in Italia. Con l’inizio del 3° anno, però, scatterà il tempo delle scelte importanti e indirizzanti. Perché, al di là di tutto, la storia viola (e più ancora di Firenze) non racconta di una Fiorentina perennemente in lotta nella mediocrità. O a rischio retrocessione. Ma capace di sorprendere, magari divertire, insidiare chi sulla carta parte avanti. Cosa che si era persa già con l’ultimo periodo dei Della Valle, e che Commisso non ha saputo per ora ritrovare. Lecito concedere un periodo di ‘adattamento’ a chi è entrato da poco nel calcio italiano. E infatti tanti tifosi restano dalla parte di Rocco. Ora tutti intorno alla squadra, per l’obiettivo salvezza, per trovare una via verso un campionato con meno ‘patimenti’. Tra qualche mese, poi, sarà il tempo delle scelte. Tra Pradè, Giuntoli, Petrachi o Mirabelli, tra Prandelli, Sarri, Gattuso, De Zerbi o Juric. In gioco una discreta forbice di ambizioni nel prossimo futuro.

Di
Marco Pecorini