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Pres. Fondazione Cr Firenze: “Soldi per il Franchi sicuri al 90%. Un affare per Commisso”
Il presidente della Fondazione ha parlato del futuro dello stadio di Firenze che vede il Sindaco protagonista con un progetto ambizioso
Luigi Salvadori, presidente della Fondazione Cr Firenze, ha parlato al Corriere Fiorentino di alcuni temi delicati legati alla città di Firenze. Tra questi anche lo stadio Franchi. Di seguito i passaggi dell’intervista che riguardano l’impianto fiorentino.
Come vede la città?
«La vedo come una città che ha davanti a sé sfide importanti. Che è in grado di vincere».
Lei è tifoso viola…
«Tifoso mi pare un po’ riduttivo. Sono molto tifoso della Fiorentina».
E dal suo ruolo di presidente della Fondazione sta seguendo molto da vicino la vicenda dello stadio Franchi.
«Ovviamente».
La ristrutturazione si farà?
«Oggi i 100 milioni del Recovery Fund per rifare lo stadio sono sicuri al 90%. Il sindaco non può non investire nel Franchi. È obbligato a farlo. Un progetto di uno stadio bello, con l’area commerciale, con il rilancio di un’area importante come Campo di Marte, è uno sviluppo della città enorme».
Ma il Recovery Fund andrebbe esclusivamente a coprire il lavori sullo stadio, non può essere usato per l’area commerciale.
«Esatto. Quanto potrà costare l’area? Cinquanta milioni? A stare larghi. Più, voglio esagerare, altri 20 per completare lo stadio, che diventerebbe così il più bello del mondo. Mi dica, quanti milioni voleva spendere Commisso?».
Ha parlato di circa 300.
«Bene: 70 li spende per la struttura, gli altri 230 per fare una squadra di calcio».
Lei parla da tifoso, ma è sicuro che il presidente della Fiorentina accetterebbe?
«Io credo che sia un’occasione più unica che rara. Una zona commerciale di 25-30 mila metri quadrati, una concessione lunga a prezzo basso. Lo definirei un affare».
Se la Fiorentina non volesse entrare nell’operazione?
«I soldi si troveranno».
La Fondazione potrebbe fare da garante?
«Ripeto, i soldi si troveranno. Ma sono convinto che non sia possibile che la Fiorentina non accetti».