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Rui Manuel Cesar Costa, ed un calcio che non esiste più. Obrigado, Maestro (VIDEO)

Rui Manuel César Costa. Basta e avanza per far scendere una lacrimuccia. Nostalgia, nostalgia canaglia. Il calcio che non c’è più. Quello fatto dei grandi campioni in Serie A. Quello delle sette sorelle, quello che alle 15 della domenica faceva stare tutti incollati alla radiolina, e che per agevolare i tifosi di inverno anticipava alle 14.30 e a primavera inoltrata slittava alle 16. Tutti in campo insieme, o quasi. Tra anticipi e posticipi clou, c’erano in campo Batistuta, Rui Costa, Edmundo, Toldo. Sugli spalti c’erano 40 mila spettatori fissi, e novantesimo minuto per vedere i gol del campionato più bello del mondo.

Rui Manuel César Costa compie oggi 45 anni. Con quel piede vellutato disegnava calcio. Assist, gol, fantasia, genio. ‘Il maestro’, con quel correre a testa alta che ricordava tanto un altro dieci della storia viola, con quella eleganza che gli si cuciva addosso dentro e fuori dal campo. E quei cori che la Fiesole ed uno stadio intero dedicavano lui chi se li scorda? Dal Rui, baila la portuguesa’, al ‘Manuel, Manuel, Rui Costa, Rui Costa’Rui Costa etc. Quando fare un coro per un singolo calciatore era ovvio e scontato. E non come oggi dove il dio denaro ha preso il sopravvento e come dice qualcuno con somma retorica le bandiere non esistono più. Le mille sostituzioni di Ranieri che non riusciva proprio a collocarlo nel suo 4-4-2. 7 stagioni da viola, 276 presenze (più che in ogni altro club della sua carriera), 50 gol in maglia gigliata. Due Coppe Italia nel 1996 e nel 2001 alzate al cielo, una Supercoppa Italiana, invece, nel 1996. Qualcuno ogni tanto lo ha accostato alla Fiorentina, anche di recente, per un ritorno da dirigente. Ma la sua Lisbona non la  molla Rui. Il Benfica è l’altra parte del suo cuore. Ed il ritorno a Firenze ci sarà prossimamente, con la festa dei 90 anni che lo vedrà protagonista insieme all’altro simbolo di un’era: Batistuta.

Rui CostaLe lacrime in quel giorno del suo addio sono ancora una macchia indelebile di quel periodo nefasto che fece da antipasto al fallimento della AC Fiorentina di Cecchi Gori. Le grandi saccheggiarono Firenze. Rui Costa andò al Milan, Batistuta alla Roma, e Toldo all’Inter. E si chiuse un’era che probabilmente non tornerà più. Obrigado, Maestro. E tanti auguri!

Video di: IoTifoFiorentina

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