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Rossi, la paura e l’ottimismo: ora palla a Steadman. Sul mercato…
A mente un po’ più fredda, dopo la paura che ora dopo ora era diventata terrore fino alle prime ore di ieri, l’ambiente viola può tirare un mezzo sospiro di sollievo, anche perchè il rischio di dire addio alla carriera c’era ed era presente tra le ipotesi da tenere in ballo. Giuseppe Rossi ha inevitabilmente monopolizzato l’attenzione del mondo viola e non solo nel lunedì post-partita, con i tifosi e tutto l’ambiente gigliato che sono rimasti con il fiato sospeso dal 70′ di Fiorentina-Livorno. Adesso, invece, si può guardare avanti con un po’ più di ottimismo: la diagnosi, infatti, parla di lesione di 2° grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Quello operato due volte, dunque, ma stavolta non sembra interessato il crociato. Cauto ottimismo in attesa dell’ulteriore visita che verrà effettuata dal professor Steadman: l’esperto del Colorado ha già operato il ginocchio di Pepito, conosce il ragazzo alla perfezione e potrà dare un responso definitivo per il quadro diagnostico del giocatore. Per adesso, quindi, palla a Steadman, con Rossi che partirà mercoledì per gli States per sottoporsi giovedì agli accertamenti al ginocchio. Allora si potrà capire se davvero il crociato avrà retto bene all’urto: in tal caso, dunque, anche Rossi – già oggi molto più tranquillo – potrà decisamente rasserenarsi. Le prime impressioni del ragazzo, infatti, erano proprio le stesse avute nei due precedenti infortuni al crociato: con quella eventualità il rischio di giocarsi la carriera sarebbe stato elevato.
Al momento, però, andiamoci con i piedi di piombo prima di sapere il responso di J. Richard Steadman, specialista di competenza assoluta che gode della fiducia di tutti, Rossi in primis. Per i tempi di recupero esatti, adesso, è davvero troppo presto: a fine settimana ci potranno essere indicazioni più precise. Intanto, l’altro ‘colpito’ dalla sfortuna viola, Mario Gomez, che oggi ha anche incrociato Rossi in clinica, è vicino al rientro, anche se il tedesco non si è ancora unito al gruppo. Certo, resta l’amara constatazione di come la dea bendata volti le spalle in momenti cruciali della storia a questa squadra, a questa società, a questa maglia. Da Antognoni a Batistuta, poi quest’anno Gomez e adesso Rossi. Un destino beffardo per quella che, in estate, era considerata una coppia da sogno invidiata in Italia e non solo. Eppure, i due si sono visti insieme solo ad inizio anno, e l’ultimo lampo di intesa fu nel 5-2 a Genova contro il Grifone: una doppietta a testa il bottino di giornata. Poi lo stop di Gomez, ora quello di Pepito. La coppia d’oro, fino ad ora e per il prossimo futuro, non s’ha proprio da vedere.
Sul mercato, però, la Fiorentina resta vigile: si stava cercando un difensore ed un centrocampista di spessore, lo si continuerà a fare, perché la rosa di Montella ha qualche lacuna proprio in quei reparti. Adesso, però, gli uomini di mercato viola stanno riflettendo anche sul da farsi in avanti. Probabilmente prima di fare qualcosa di ufficiale si aspetterà il verdetto del prof. Steadman su Rossi, ma è inevitabile che qualche sondaggio la Fiorentina abbia iniziato a farlo. Difficile trovare l’occasione giusta, più che altro quasi impossibile sostituire uno come Pepito senza fare un esborso economico importante. Si cercherà di impostare un’operazione intelligente, che possa permettere di arrivare ad un giocatore pronto – Montella lo ha ribadito prima della gara con il Livorno – a costi contenuti. Da capire, in accordo con l’Aeroplanino, anche il tipo di attaccante che si potrà andare a prendere: se una prima punta – in questo senso Borriello potrebbe tornare una pista calda, come già a fine estate – oppure un attaccante di movimento, con il Papu Gomez e Gaston Ramirez che continuano a mandare segnali verso Firenze – con la suggestione Mutu per adesso soltanto richiesta romantica rilanciata dai tifosi. Nomi ed ipotesi che verranno scandagliate in questi giorni da Pradè e Macia, consci della situazione attuale nell’attacco viola: Matos e Rebic, infatti, restano le uniche due punte di ruolo (anche loro non centravanti ma giocatori che gradirebbero partire sugli esterni), con Joaquin, Cuadrado, Vargas e Ilicic (più uno Iakovenko sempre più ai margini) come opzioni offensive da poter incastrare nello scacchiere viola. Con Gomez-Rossi sembrava certo il passaggio definitivo al 3-5-2, adesso, senza Pepito, Montella dovrà studiare ancora un altro modulo che possa prevedere il rientro del tedesco al centro dell’attacco (un modulo con il trequartista che possa favorire la crescita di Ilicic, oppure con il tridente per sfruttare l’abilità aerea del Panzer). Fatto sta che, in Coppa Italia e per almeno qualche altra partita, l’attacco viola sarà a regime ridotto, con il gruppo che dovrà trasformare la delusione e l’amarezza per Pepito in rabbia agonistica in campo. “Da qui in avanti dobbiamo essere come un leone ferito”, ha spiegato Mencucci riassumento l’umore dell’ambiente gigliato. Una squadra a pezzi per il proprio compagno colpito dall’ennesima sfortuna fisica della carriera, ma che, con i tre punti nel derby – e con i risultati del lunedì di Serie A – torna a guardare con ottimismo alla zona europea. La classifica, infatti, vede adesso la Fiorentina a -5 dalla Roma, ancora a -3 dal Napoli e rispettivamente a +4 e +5 da Verona e Inter, quinta e sesta forza del torneo. Graduatoria positiva ad un turno dalla fine del girone di andata. Adesso viene però il difficile, perché chiunque risentirebbe della mancanza del capocannoniere del campionato e dell’assenza prolungata del proprio centravanti più importante: starà a Montella ed al gruppo gigliato tirare fuori gli artigli già da domani. Anche e soprattutto nel nome di Pepito Rossi.