Meno di un mese al possibile inizio del campionato, Beppe riparte dal gruppo che aveva lasciato il 2 agosto: un Amrabat in più e una rosa da sfoltire. E da rinforzare
E’ partita la nuova stagione della Fiorentina. Ritiro e allenamenti tra centro sportivo e Franchi, quest’anno niente Moena ma il caldo di Firenze per mettere benzina nelle gambe verso il prossimo campionato. La data del 19 settembre è ancora avvolta nel dubbio, i numeri dei contagi Covid in Italia restano piuttosto alti e la stessa Fiorentina, al rientro dalle vacanze, ha dovuto constatare la positività di Pulgar e Ghidotti. La possibilità che l’inizio possa slittare è tutt’altro che remota, visto che qualche club spinge per iniziare la settimana dopo (o a inizio ottobre) visti anche gli impegni dell’Inter e non solo nelle ultime coppe europee. Ma tant’è, l’obiettivo per ora resta fissato al 19 (in attesa anche di un possibile programma di Coppa Italia, visto che i viola inizieranno dai preliminari): meno di un mese per mettere a punto la nuova Fiorentina.
GRUPPO ALLARGATO. Con Iachini che ha riniziato con gran parte del gruppo lasciato lo scorso 2 agosto (ma senza Dalbert, Ghezzal e Badelj) e con parecchi giocatori di rientro. Un solo nuovo acquisto, Amrabat, e diversi calciatori che difficilmente rientreranno nel progetto viola: Cristoforo, Dabo, Saponara, Boateng, più i giovani Gori, Illanes e Zurkowski. Forse il solo Ranieri potrebbe giocarsi la permanenza, anche se in quel ruolo c’è Igor che è arrivato a gennaio. Vedremo. Mentre, in chiave mercato, andrà trovata collocazione anche ai vari Eysseric, Zekhnini, Diks, Montiel, Meli e Lakti, neanche convocati per la pre-season. In ogni caso, il tecnico viola ha cominciato a lavorare con il materiale a disposizione. Giorni utili per far entrare Amrabat nei meccanismi viola, per farlo integrare con Castrovilli, Duncan, Pulgar e gli altri, per riprendere l’affiatamento di una difesa diventata solida con Beppe (e che il tecnico viola vorrebbe confermare in blocco per la nuova stagione), per studiare magari qualcosa di diverso nei meccanismi offensivi. Si ripartirà da zero, senza l’ansia di una salvezza da rincorrere e di una classifica da scalare. Ma per ora, gli interpreti, rimangono più o meno i soliti.
PAZIENZA. Non che le altre di A, ma anche in Europa, si stiano muovendo più di tanto. A parte il Torino, le ufficialità si sono registrate solo per operazioni chiuse in inverno-primavera. Come la Fiorentina aveva fatto con Amrabat e anche con Kouame (che poi è rientrato in gioco prima del previsto). Ma certo non sarà facile avvicinarsi al probabile inizio del campionato con una squadra in costruzione. Chiaro che l’allenatore vorrebbe sfoltire al più presto il gruppo (oggi composto da 31 calciatori) degli esuberi, e inserire quei 3-4 giocatori importanti in grado di far fare il salto di qualità. Ma l’impressione è che serva tempo. Sia per la situazione economica che coinvolge un po’ tutte le società (come De Laurentiis ha ribadito ieri da Napoli, complicato fare investimenti senza sapere quando e se riapriranno gli stadi, una delle prime fonti di introiti per tutti i club), sia perché i movimenti importanti di mercato devono ancora partire. E la Fiorentina, non in prima fila né per forza economica (ad ora) né per blasone, deve aspettare alcuni incastri per poter arrivare a giocatori che possano davvero fare la differenza.
TENTATIVO THIAGO SILVA. Mettiamoci che ancora non sono state definite due situazioni-chiave, ovvero quelle di Chiesa e Milenkovic, e il quadro è fatto. Ciò non vuol dire che sia tutto fermo però. Perché la Fiorentina si muove da tempo nel corteggiamento di giocatori importanti. Il caso Thiago Silva è lampante. Da settimane il club viola aveva avviato i contatti, ovvio quando ci si muove per un campione che va in scadenza. Il tentativo è stato concreto, il brasiliano non ha chiuso la porta in faccia ma ha tenuto aperta la strada ai viola fino alla fine. L’impressione è che a breve l’ex Milan possa però firmare con il Chelsea, ma il solo fatto che la Fiorentina sia stata in corsa fino ad ora fa capire le ambizioni e la bontà degli argomenti che Pradè e gli uomini mercato hanno potuto prospettare al centrale brasiliano. Un giocatore che ha giocato da capitano, e protagonista, la finale di Champions, e probabilmente anche grazie all’exploit delle ultime gare europee hanno convinto gli inglesi ad alzare la posta in palio. Con certe cifre e soprattutto con certe squadre che lottano per Premier e Champions, la Fiorentina non può competere.
ESPERIENZA E PERSONALITA’. Ma la direzione è questa. Provare ad inserire 3-4 calciatori importanti nei vari reparti. Integrando un gruppo ritenuto in grado di crescere. Un gruppo giovane, che ha bisogno di giocatori di personalità ed esperienza per migliorare. C’era, infatti, una Fiorentina tra le squadre più giovani d’Italia e d’Europa. Due anni fa così come nell’ultima stagione. Una media di 24 anni con Pioli-Montella, e di 25 con Montella-Iachini. Per molti e diversi motivi, però, i risultati sono stati negativi. Ora servono esperienza e personalità per aiutare Castrovilli e compagni. Il tentativo concreto per Thiago Silva, i sondaggi per Javi Martinez e Mandzukic, l’interesse che continua per Nainggolan (se ne parlerà ancora con l’Inter a margine del prolungamento dello scambio di prestiti Dalbert-Biraghi): tutti profili che porterebbero oltre che qualità anche carattere e temperamento. Chiaro che non arriveranno solo over 30, ma l’idea di un Ribery-bis (anche con qualche anno in meno del francese) è reale. Al di là della priorità della punta e degli altri obiettivi, da Piatek a Torreira. La Fiorentina vuole alzare l’asticella (e l’età media), anche se non sarà facile. Servirà tempo. E una discreta dose di pazienza.
Di
Marco Pecorini