Il presidente dei rossoneri di Settignano conosce bene la famiglia Chiesa: “Prima di Commisso dicevo a Enrico di andar via. Ora…”.
Intervista al Corriere dello Sport – Stadio per Maurizio Romei, presidente della Settignanese, su Chiesa, cresciuto proprio nei rossoneri di Settignano: «Vi dico la verità. Prima che arrivasse Commisso io a Enrico, con cui ho chiaramente grande confidenza, ho sempre detto di andare avanti con la cessione. Poi dopo che è cambiata la proprietà ho fatto un altro ragionamento. Se io fossi Rocco farei un patto fra persone serie, dandogli più garanzie e cioè una squadra in grado di andare in Europa, avere uno stadio nuovo o ristrutturare il presente, fare una sede di proprietà. Insomma anche le infrastrutture oltre al calcio giocato. E comunque arrivare a una soluzione bonaria».
Ma c’è una parola chiave?
«Sì, ed è riconoscenza. Anzi uno scambio di riconoscenza, reciproca. Cioè io Federico per un anno rimango in viola per riconoscenza e io Rocco, per riconoscenza, ti raddoppio lo stipendio a 5 milioni. Un anno così e poi libero di andare se non vede un futuro nella Fiorentina. Se non vede prospettive».
Sarebbe pronto Federico al salto in una squadra di vertice?
«Assolutamente sì, ma può fare anche un’altra stagione come l’ultima. Avrebbe mercato anche alla fine della prossima. E poi è una persona seria, cresciuto da una famiglia seria che gli ha dato i giusti insegnamenti. E lo dimostra in tanti episodi. Si è calato nell’Under 21 con grande umiltà e dedizione e ha dato il 100%. Federico non arriverebbe mai in ritardo a una riunione tecnica come è capitato ad altri due».
E il fratello minore, Lorenzo, che è cresciuto da voi?
«È stato confermato nella Fiorentina anche per la prossima stagione. Lui è del 2004, molto sensibile, un ragazzino che gioca per la squadra, per gli altri. Straordinario a fare gruppo, oltre che bravo sul campo».
Di
Redazione LaViola.it