Rocco, l’orgoglio e la critica della critica. Che nel calcio non ha mai risparmiato nessuno e al quale dovrà presto abituarsi. Commisso chiede pazienza
Il progetto che prenderà forma a Bagno a Ripoli per il ‘Viola Park’ è bellissimo. Poco da dire. Esempio che Rocco Commisso pensa e fa in grande. Se tutto andrà come deve andare, e ormai di ostacoli non ce ne sono praticamente quasi più, verranno investiti oltre 80 milioni di euro. Più complicato, invece, l’iter per lo stadio, anche se meno impervio rispetto a qualche mese fa. Ma anche quello, nelle idee del patron della Fiorentina, è sulla stessa linea del centro sportivo. Il futuro può essere, davvero, a tinte viola. Il percorso per arrivarci, tuttavia, passa anche e soprattutto dalla crescita sportiva.
ORGOGLIO E CRITICHE. Non hanno fatto piacere a Commisso le critiche ricevute in queste ultime settimane da addetti ai lavori e parte della tifoseria. Aumentate a dismisura dopo la chiusura del calciomercato e la vendita di Chiesa senza innesti di grido. Uno scatto d’orgoglio, da parte di Rocco, l’uomo più che il presidente e/o il businessman, che nella sua ottica chiede tempo per arrivare a livelli dove qualcuno si aspettava di arrivare, forse, più in fretta, anche in virtù di alcune dichiarazioni dello stesso patron viola col senno di poi troppo avventate.
NEL CALCIO. E le parole, nel calcio, sono importanti quanto i fatti. Perché se qualcosa va storto c’è sempre, e ci sarà sempre, chi le ritirerà fuori. Come accadde con i recenti “andare in Champions ha dei costi” o il “Salah nostro per 18 mesi”, o ancora il “Cuadrado regalo per Firenze” e via discorrendo. Pensare di ricevere consensi totali, nel mondo del pallone, è utopia. Lo sanno bene Moratti e Berlusconi, che dinanzi a miliardi di investimenti e trofei messi in bacheca sono stati spesso e volentieri contestati. Le critiche fanno parte del meccanismo nel quale Commisso ha deciso di entrare. Senza forzature o richieste. Pochi diranno grazie. Funziona così. Piaccia o meno, anche Rocco dovrà farci l’abitudine, e dare il giusto peso a tutte le campane che suoneranno per dire la loro opinione. Anche e soprattutto a Firenze, da sempre patria di guelfi e ghibellini.
PRESENTE. Lo scatto d’orgoglio avuto da Commisso stesso in occasione della presentazione del centro sportivo, piuttosto, fa ben sperare. C’è voglia di lasciare a Firenze e alla Fiorentina un importante domani. Che non sia basato sul vivacchiare. Quello sfogo che aveva spaventato i più, e il mercato estivo non certo esaltante, sono già il passato. Il presente dirà se le scelte operate sul fronte sportivo saranno state giuste o sbagliate. Fin qui il saldo non può essere di certo positivo. Ma neanche troppo negativo. Il percorso di crescita è appena iniziato. Da zero. “Siete stati 50 anni senza vincere uno scudetto, e a me non volete dare qualche anno?”. A questa Fiorentina ci vorrà del tempo per arrivare ai livelli che hanno raggiunto altri club che ad oggi sono avanti nelle gerarchie del calcio italiano, e che a tratti anche con i Della Valle ha avuto la Fiorentina stessa. Commisso ha chiesto pazienza, ribadendo le proprie buone intenzioni anche con il progetto centro sportivo (senza ricordare gli investimenti già fatti fin qui). Al popolo viola, adesso, la scelta di come rispondere.
Di
Gianluca Bigiotti