La conferenza di Commisso si trasforma in un mix di rabbia e rancori, con attacchi ai giornalisti. Poco spazio per il futuro
Chi si aspettava annunci, analisi o spiegazioni è rimasto deluso. Perché di calcio, in circa due ore di conferenza stampa, si è parlato poco. Quasi niente. Evidentemente il lungo silenzio è servito a Rocco Commisso per accumulare rabbie e rancori verso chi, in questi mesi, ha detto o scritto cose che non gli sono piaciute. Così scrive il Corriere Fiorentino.
ATTACCHI. E allora via con gli attacchi al Corriere Fiorentino e alla Gazzetta dello Sport per aver scritto dell’incontro con Maurizio Sarri e, secondo il presidente, «al servizio di Urbano Cairo». Parole dure, alle quali ha provato a replicare il presidente dell’Assocazione Stampa Toscana Sandro Bennucci prima che, la Fiorentina, gli chiudesse il microfono. Giornali, ma non solo. Nel mirino ci sono anche i «fiorentini ricchi». «Sono pronto a vendergli la Fiorentina — la sua provocazione — a patto che nei prossimi dieci giorni mettano la caparra di 35 milioni, cioè del 30/35%, come ho fatto io. Visto che dicono che sono venuto qua per il mattone, mi vendano le loro case, e le mettiamo a garanzia».
SENZA RISPOSTA. E il calcio? Il futuro? Le difficoltà di questa stagione? Domande rimaste (quasi) totalmente senza risposta. E pure l’ammissione di un errore è diventata l’occasione per prendersela con la critica. «Non avrei mai dovuto esonerare Iachini. Lo avete massacrato, facendo del male a lui e alla Fiorentina. Ho ceduto alle pressioni della piazza e invece dovevo seguire il mio istinto che, lo dimostrano i fatti, a medio lungo termine mi hanno dato ragione. Me ne assumo la responsabilità. Sia Montella che Prandelli hanno tenuto una media di un punto a partita mentre Iachini ne ha fatti molti di più (in verità la media di quest’anno è di 1,21 ndr). L’anno scorso ci ha salvati, portandoci dal sedicesimo al decimo posto e anche in questo campionato ha ripreso una squadra terrorizzata e l’ha portata alla salvezza». Ecco perché, secondo Commisso, «i fiorentini dovrebbero costruirgli una statua, magari al Piazzale Michelangelo».
PRADE’ E BARONE VERSO LA CONFERMA. È convinto, il presidente, che senza l’esonero la Fiorentina non avrebbe sofferto così tanto. E qui veniamo a uno dei pochi accenni di analisi — con un minimo accenno di autocritica — di quanto successo in questo campionato. «Ero convinto, per i soldi che ho speso, di avere una squadra più forte dello scorso anno ma i risultati non sono arrivati». Sembra un’accusa nei confronti di chi ha costruito la rosa ma, in realtà, sia Barone che Pradè viaggiano spediti verso la conferma. Per il d.s., per esempio, l’annuncio del rinnovo dovrebbe arrivare a fine stagione. Stesso discorso per il prossimo allenatore sul quale, ieri, non è arrivata alcuna indicazione. «Che mister vorrei? Uno che vinca», l’unica battuta sul tema. Si vedrà, anche se tutto sembra portare a Gattuso. Come detto però, non era questa l’occasione per gli annunci.
Di
Redazione LaViola.it