Rocco alle crociate: mercato, stadio e Barone in Lega, quante battaglie da fare

Commisso non vuole buttare soldi a fondo perduto sul mercato, ma per l’Europa non basta questa squadra. Tra Franchi, centro sportivo e il ‘palazzo del calcio’…

La bandiera è quella della Repubblica Fiorentina, e ricorda l’orgoglio cittadino a cui spesso fa riferimento lo stesso Rocco Commisso. Nel giorno in cui la Fiorentina celebra i suoi 94 anni di storia il patron non può far altro che seguire da lontano la prima sgambata ufficiale della sua squadra pur affilando le armi in vista del futuro. A Rocco oltre all’orgoglio servirà la fede delle proprie convinzioni per affrontare sfide che si preannunciano come vere e proprie crociate, scrive il Corriere Fiorentino. Riprendendo la croce sulle nuove terze divise della Fiorentina.

MERCATO. La prima battaglia sarà quella del mercato. Barone e Pradè sono alle prese con affari in entrata e in uscita per consegnare una squadra il più possibile rinforzata a Iachini. L’ultima parola spetta però al patron che non ha intenzione di immettere nelle casse viola soldi a fondo perduto, ma allo stesso tempo è consapevole di come per raggiungere l’Europa non possa bastare questa squadra.

INFRASTRUTTURE. Superate le difficoltà riguardanti il Centro Sportivo di Bagno a Ripoli, i lavori sono ripartiti in modo spedito alleggerendo l’umore dello stesso Commisso, che non aveva preso bene i problemi sollevati di recente dalla Soprintendenza, mentre è soprattutto sullo stadio Franchi che si sposterà il dibattito. In ballo c’è l’emendamento atteso da Roma su cui però continuano le schermaglie politiche. Commisso, anche se ancora impossibilitato a tornare in città, non ha perso né l’entusiasmo né l’ottimismo.

LEGA. I prossimi saranno mesi fondamentali anche nei rapporti interni al palazzo del calcio e l’intento di aumentare la presenza in Lega della Fiorentina non è venuto meno. Dopo aver raccolto soltanto 8 voti nell’ultima elezione a fine luglio, Barone dovrebbe riproporre la propria candidatura per entrare nel Consiglio, e anche sull’idea di aprire una sede della Lega a New York Commisso non ha intenzione di sventolare bandiera bianca.