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Rivoluzione Italiano riuscita in meno tempo di quanto ci si aspettasse: la chiave è la gestione del gruppo. Serve comunque prudenza

Italiano

I giocatori viola hanno assorbito velocemente le idee del tecnico. Ma siamo ancora all’antipasto: servono più partite per farsi un’idea su dove può arrivare la Fiorentina

È una Fiorentina carica e serena quella che affronta la settimana di avvicinamento alla prossima sfida di Serie A, in programma sabato (ore 15) col Genoa. Non era affatto scontato che i viola si presentassero alla quarta di campionato con sei punti e tanti complimenti da stampa e pubblico locali e nazionali.

Alla stesura del calendario, infatti, in molti sottolineavano giustamente il percorso in salita che aspettava Vlahovic e compagni nelle prime giornate, con quattro big in programma nei primi sette turni. Il tutto condito dalle incognite di un allenatore, Vincenzo Italiano, che veniva da una realtà ben più piccola di Firenze e intendeva mettere in atto una vera e propria rivoluzione. Non negli uomini, ma nel modo di giocare a pallone.

Rivoluzione che è tangibile in ogni minuto in cui i viola scendono in campo e che è stata assorbita dal gruppo gigliato in meno tempo di quanto ci si aspettasse. Segnale chiaro di quanto la squadra apprezzi il lavoro che il suo mister sta portando avanti. E se la squadra apprezza, anche Firenze gongola dopo anni grigio/scuri, tornando timidamente a covare il sogno di un campionato in cui la Fiorentina lotti per le posizioni di vertice.

TUTTI IMPORTANTI. La convinzione del gruppo nel gioco di Italiano consente al mister di poter sfruttare e coinvolgere tutti gli elementi a sua disposizione. Quante volte gli allenatori si presentano a nuove piazze sventolando concetti come ‘uno vale uno’ e ‘chi si allena meglio gioca’ ma poi nei fatti finiscono per far giocare sempre gli stessi? Ecco, Italiano non ragiona così. Alle sue parole sono seguiti i fatti, e oggi calciatori considerati in esubero trovano la propria rilevanza in questa Fiorentina. Sono infatti già ventuno i giocatori viola che hanno esordito in queste prime tre giornate di A.

LE CERTEZZE. Ciò non vuol dire che Italiano non adotti punti fermi. In difesa Milenkovic e Biraghi paiono gli insostituibili del tecnico, stesso discorso a centrocampo per un giocatore dalla sublime intelligenza tattica come Bonaventura. In attacco non si può fare a meno di Vlahovic e da ciò che si è visto nelle prime due giornate non si potrà fare a meno di Nico Gonzalez. Alcuni pilastri sui quali ruotare elementi che hanno acquistato un valore diverso grazie alle idee e gli stimoli trasferiti dall’allenatore.

LE SORPRESE. Basti pensare a Callejon. Acquisto correttamente giudicato senza senso nella passata stagione, vista la sua impossibilità di adattarsi al 3-5-2 di Iachini, nel 4-3-3 di Italiano trova nuova linfa vitale e risulta prezioso, anche in fase di contenimento. È solo un esempio, ma si potrebbe parlare di un Duncan sparito dai radar l’anno scorso e ora tornato protagonista, di un Igor sul quale sorgevano perplessità come difensore centrale in una linea a 4 e invece già titolare in due partite, di un Terracciano che dopo la grande prestazione a Bergamo punta addirittura a insidiare il posto di Dragowski. E ci si augura che il processo di rilancio degli esuberi arrivi a coinvolgere anche un Amrabat prima cazziato in conferenza stampa dal tecnico e il giorno successivo schierato contro l’Atalanta in un momento delicato del match, nel quale ha risposto presente.

TEMPO AL TEMPO. Sarebbe facile farsi trascinare dall’entusiasmo, visto il poco che si è visto negli ultimi anni a Firenze. Ma occorre comunque prudenza. Tre partite a inizio stagione non possono essere un campione valido per giudicare pregi e difetti di una squadra. A Bergamo la Fiorentina ha giocato alla pari con l’Atalanta venendo premiata dagli episodi, mentre a Roma è successo l’esatto opposto. Col Torino i viola hanno convinto, concretizzando tuttavia troppo poco rispetto a quanto mostrato sul campo. E c’è ancora una fase difensiva da registrare, anche se i viola per filosofia ammessa sin da subito da Italiano non si candidano certo a essere una delle migliori difese del campionato.

Al termine della prossima settimana densa di impegni ci faremo un’idea più chiara di dove può arrivare la Fiorentina. Col Genoa, in uno stadio storicamente difficile per la Fiorentina, i viola vogliono dimostrare di non fare passi falsi contro chi sulla carta è inferiore. Con l’Inter martedì prossimo c’è un altro match di cartello: lo scopo è giocarsela alla pari anche contro Lautaro Martinez e compagni. Infine, domenica 26 i viola fronteggeranno un’Udinese solida e rodata che ha iniziato alla grande il proprio campionato.

L’obiettivo della Fiorentina è chiaro a tutti: avvicinarsi quanto più possibile alle prime sette del campionato, augurandosi di poterne scavalcare qualcuna che nella griglia iniziale partiva avanti rispetto ai viola. Il primo assaggio della nuova Fiorentina è andato oltre le aspettative, la strada però è ancora lunga. Ma la prospettiva di poter finalmente costruire qualcosa di importante con questo nuovo ciclo è più che concreta.

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