La Fiorentina deve ritrovare il suo spirito nella “partita della vita”, come l’ha definita Pradè. Anche Italiano aveva fatto alcune scelte in vista della Juve
Ne «L’elogio della follia», Erasmo da Rotterdam sosteneva che è veramente felice colui che sa godersi la vita, che conosce e ama se stesso, segue le proprie passioni e asseconda i propri impulsi. Non il saggio insomma, che pensa di conoscere tutti i segreti del mondo, ma il folle. Lasciarsi andare. È questo il segreto. Qui si parla di calcio e non di filosofia, ma il concetto si sposa a pennello se pensiamo alla Fiorentina di Italiano. Una squadra, appunto, che solo assecondando la propria «follia» sa trovare la felicità. Senza fare (troppi) calcoli, scrive il Corriere Fiorentino.
SFAVORITI. Contro la Juventus, mercoledì sera, i viola dovranno ritrovare quello spirito. Del resto, se c’è qualcuno che ha qualcosa da perdere, non è certo la Fiorentina. E non è un caso forse che anche nei turni precedenti i viola arrivassero da sfavoriti. Eppure, contro tutti i pronostici, sono arrivati fin qua. A un appuntamento che nelle ultime settimane ha occupato menti e pensieri di tutti. Forse anche quelli di Vincenzo Italiano, che con il Sassuolo ha lasciato inizialmente in panchina tre come Torreira, Bonaventura e Gonzalez. Dura insomma, credere che in certe valutazioni non sia entrata anche l’attesa per la «partita della vita» come l’ha definita Pradè.
LEGGEREZZA. Ora che l’attesa è (quasi) finita però, va ritrovata la leggerezza. Evitando che la carica emotiva di questa sfida non giochi a sfavore ma che, al contrario, rappresenti una spinta. Perché mercoledì il Franchi sarà una bolgia, il clima sarà bollente e il rischio di «andare oltre» è alto. Il riferimento è anche alle tante, troppe espulsioni rimediate in stagione. Ben 10.
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Redazione LaViola.it