E ora? Cosa cambia per la Fiorentina dopo che i Della Valle l’hanno messa ufficialmente (e clamorosamente) in vendita? Gli anni Ottanta sono lontani, non siamo più nell’epoca dei presidenti mercenari. I possibili acquirenti, al di là dell’auspicio di «un progetto fatto da fiorentini veri» contenuto nella bellicosa nota di lunedì pomeriggio, non possono essere individuati solo a Firenze. Quello che preoccupa piuttosto — in attesa che prima o poi si faccia avanti un acquirente affidabile — sono le ripercussioni immediate sulla squadra, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti. Così scrive Il Corriere Fiorentino.
Calcio & Finanza ieri ha pubblicato una tabella significativa su quanto i Della Valle hanno versato nelle casse della Fiorentina dal giorno in cui sono diventati proprietari. Il totale è di 221,3 milioni di euro: in media quasi 15 milioni ogni anno. Se si fa un confronto con la tabella del monte ingaggi della serie A, è evidente che proprio grazie a quella cifra il club viola è riuscito a rimanere quasi sempre nei piani alti della classifica (negli ultimi cinque anni solo Juventus, Roma e Napoli hanno fatto più punti).
Per essere più precisi: in termini di qualità della rosa e di risultati, la differenza tra la Fiorentina e squadre vicine come bacino d’utenza e grandezza delle città (Bologna, Udinese, Genoa, Sampdoria, Torino, la stessa Atalanta che solo quest’anno ha avuto un exploit incredibile) sta in quei 15/20 milioni di euro in più spesi per pagare gli stipendi a giocatori di fascia medio-alta. Uno sforzo che, pur non avendo portato alla conquista di un trofeo, ha almeno permesso di piazzarsi più volte meglio (in Italia e in Europa) di club con fatturati doppi se non tripli. Con il disimpegno dei Della Valle e quindi senza quei soldi, inevitabilmente la Fiorentina ripartirà con un monte ingaggi più basso, adeguato alle attuali risorse finanziarie. Che nella pratica significa rischio concreto di un salto indietro. Passare cioè dalla seconda alla terza fascia.
Di
Redazione LaViola.it