Editoriali
Risalita viola: un mese da zona Champions. Nella tana del Sivasspor, con la consapevolezza di essere superiori. E ora anche la Coppa Italia vale di più
Numeri importanti in campionato, la Fiorentina sale in classifica. Ora a Sivas, senza presunzione ma con consapevolezza. Aspettando la Cremonese in Coppa e un’occasione d’oro (a suon di milioni)
Una primavera in anticipo. Cinque vittorie di fila e sette risultati utili consecutivi, cercavi la continuità… ed eccola qua. Nel momento più importante della stagione, la Fiorentina si ritrova in grande crescita e in condizione. Con i singoli che stanno prendendo consapevolezza e maturità, interpretano bene le nuove linee guida di gioco. E soprattutto giocano con il sorriso. Sembrano lontani gli sbuffi dopo le giocate sbagliate, le occhiate di frustrazione, i gesti di insoddisfazione. Ora c’è una squadra che si diverte, che gioca con entusiasmo. Linfa vitale, come lo scorso anno. Quando la Fiorentina rincorreva un traguardo sognato, voluto, cercato.
UN MESE DA CHAMPIONS. Ora la squadra di Italiano è in corsa sui tre fronti. Sì, anche in campionato si può guardare con decisione in avanti, finalmente, anziché indietro. Certo, il 7° posto occupato ora dalla Juve è a 4 punti (in attesa dell’esito delle varie sentenze), l’Atalanta in caduta a 8 punti, ma la Fiorentina vista nell’ultimo mese può senz’altro vivere le ultime 12 giornate in crescendo. Se mantiene questo spirito, questa voglia, questa maturità, sia chiaro. Ma la rosa (quasi) al completo e la grande crescita dei singoli senz’altro aiuta a immaginare un prossimo futuro importante. Perché nell’ultimo mese la Fiorentina ha viaggiato a ritmi Champions in campionato. No, non è un’esagerazione: lo dicono i numeri. Dal 12 febbraio, giorno della sconfitta in casa della Juventus, al 12 marzo (vittoria a Cremona), i viola hanno raccolto 10 punti in 5 giornate di campionato. Solo Napoli e Juve hanno fatto meglio con 12 punti, mentre a 10 – come la Fiorentina – ci sono Milan, Lazio e Sassuolo. Roma, Inter, Monza, Torino e Bologna ne hanno fatti 7, l’Atalanta 4.
CONSAPEVOLEZZA. Poi è chiaro, sono numeri che risaltano anche perché la Fiorentina era pesantemente attardata nel girone di andata. In quello di ritorno, invece, il trend dice di 11 punti in 7 partite, come Monza e Torino, per il 7° posto nel parziale davanti a Roma e Milan (10) e Atalanta (7). Ma si diceva dell’ultimo mese dei viola. Oltre al campionato ci sono state anche le tre vittorie nelle gare di Conference, in partite ‘vere’. E quel 4-0 in casa del Braga, che ha inaugurato la striscia positiva, ha senz’altro cambiato molto nella testa di tutta la Fiorentina. Autostima, consapevolezza nei propri mezzi, concretezza. L’ultima vittoria della serie, quella di Cremona, ha esaltato queste qualità: un successo praticamente mai in discussione, fatto di pazienza, qualità, gestione. E solidità difensiva, un altro grande cambiamento nel filotto: 5 gol presi in 8 gare dell’ultimo mese, ma 3 di questi ininfluenti (2 al ritorno contro il Braga e quello di Theo Hernandez con il Milan).
LA CRESCITA DEI SINGOLI. Il segreto è di squadra, ovviamente. Nei movimenti coordinati, nell’aiutare il compagno con una corsa in più. Ma anche nella crescita dei singoli. Di conoscenze e di condizione. Mandragora, fino a gennaio comprimario con poche lodi, è diventato via via indispensabile per Italiano. Barak si è preso spazio, giocate e gol, con la testa anche più libera dopo il riscatto di gennaio (mossa giusta della società): anche per atteggiamento è di fatto un leader. E poi Ikonè, che va sempre a sprazzi ma più volte è risultato importante. Per non parlare di Dodo, finalmente nel vivo del gioco e importante nelle due fasi. E ovviamente i centravanti. Se Jovic ha trovato gol importanti ma anche qualche passaggio a vuoto, Cabral sta avendo grande continuità: nel 2023 in Italia solo Osimhen e Lautaro hanno segnato di più. Gol e sorrisi che contagiano.
NELLA TANA DEL SIVASSPOR. Ora la testa è però alla Conference. Al ritorno di giovedì a Sivas. La gara d’andata al Franchi ha lasciato amaro in bocca per un risultato troppo risicato rispetto a quanto prodotto, ma la Fiorentina si è comunque presa un buon vantaggio. Andrà in Turchia con due risultati su tre, ma soprattutto con la consapevolezza di essere superiore al Sivasspor. Non dovrà essere presunzione, ma anche il risultato di misura del Franchi può aiutare in questo a livello psicologico: di certo non ci si può sentire già ai Quarti. Anche le parole che arrivano dalla Turchia aiutano a prendere assolutamente sul serio l’impegno: il tecnico Calimbay (che ha perso 3-0 lo scontro salvezza contro l’Istanbulspor, facendo giocare tante riserve dall’inizio) ha fatto più volte appello ai tifosi e a tutto il Paese per sostenere i turchi contro la Fiorentina, convinto che possa essere un’altra partita rispetto all’andata. Ma i valori giovedì scorso sono parsi piuttosto evidenti: i viola sono chiamati a ribadirli al di là di tutto. Anche perché, rispetto ad altri anni, non troveranno neanche quel freddo che si poteva temere (sono previsti circa 10 gradi, l’anno scorso di questi tempi c’erano anche -15 gradi). Così come l’altitudine (1300 metri sul livello del mare) è tutto sommato gestibile senza grosse difficoltà.
LA COPPA ITALIA ORA VALE DI PIU’. Nel frattempo la novità di giornata è il cambio di format della Supercoppa Italiana. Un cambio in corsa (che tra l’altro potrà essere rivisto per la stagione successiva, 2024/2025) che può coinvolgere direttamente la Fiorentina, visto che sul modello spagnolo si affronteranno in Arabia Saudita le prime due di campionato e le finaliste di Coppa Italia (1° di Serie A vs finalista di Coppa e 2° di A vs vincitrice Coppa). La Fiorentina sfiderà la Cremonese nella doppia semifinale ad aprile, e il confronto acquisisce così ancora più importanza. Perché già centrare la finale, appunto, consentirà di partecipare al ricco mini-torneo saudita: 23 milioni da spartirsi tra le quattro partecipanti, in maniera non paritaria così come avviene in Spagna (più soldi a chi vincerà la Supercoppa, ma forse anche in base al palmares storico). Almeno 3-4 milioni per chi giocherà le semifinali saranno garantiti, per poi salire in caso di finalissima o di trionfo. Mica pochi. Da aggiungere al percorso di Coppa Italia: circa 3 milioni, tra i vari premi, per chi arriva in finale, più 2 milioni per la finalista perdente e 4,5 per la vincente (dati Calcio & Finanza). Insomma, se ci mettiamo anche la divisione del botteghino della finale all’Olimpico (in genere circa 2 milioni di euro a testa per le finaliste), solo superare la Cremonese varrà (almeno) 10-11 milioni di euro in totale. Oltre alla possibilità di giocarsi un trofeo, ovviamente. E disputare poi la Supercoppa Italiana, comunque vada. Provando ad accedere, al contempo, anche all’Europa League senza guardare al campionato.
