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Rassegna Stampa

Ripresa della Serie A al massimo il 14 giugno. Sennò playoff o stagione chiusa

PALLONE SERIE A. PALLONE IN CAMPO. SILPRESS

Una decisione verrà presa entro fine maggio: il 25 la Uefa aspetta comunicazioni dalle leghe, ultima data buona per ricominciare gli allenamenti collettivi

Il calcio resta sospeso, scrive il Corriere della Sera. Secondo il premier Giuseppe Conte potrebbe ripartire con gli allenamenti collettivi dal 18 maggio. Ma il condizionale è d’obbligo e sino a quel giorno deve passare la mano. Nella bozza del nuovo decreto, che entrerà in vigore lunedì prossimo, sono consentite le sedute di lavoro solo agli atleti delle discipline sportive individuali riconosciuti dal Coni di interesse nazionale. Prima la Pellegrini di Cristiano Ronaldo, prima Tortu di Lukaku, tanto per fare un paio di esempi.

PROTOCOLLO INSUFFICIENTE. I calciatori potrebbero correre, come una persona qualsiasi, in un parco cittadino perché resta vietato l’ingresso nei centri sportivi. Ma è impensabile che succeda e non solo per motivi di sicurezza. «Il calcio può ricominciare dal 18 maggio, ma solo se ci saranno le condizioni – dice il Ministro Spadafora -. So già che i presidenti di serie A, con un tentativo maldestro, cercheranno di trasformare il nostro “vedremo” nell’incapacità di decidere del governo. Non voglio penalizzare il calcio, ma per ricominciare servono protocolli rigidi». E quello presentato dalla commissione della Figc non ha superato l’esame. «Il comitato scientifico non lo ha ritenuto sufficiente — spiega Spadafora». Oggi ricominciano le trattative. E si parlerà ancora di protocolli.

ENTRO MAGGIO. Ma il tempo stringe. Maggio è il mese dei verdetti: o la serie A riparte o la stagione andrà considerata persa, sacrificata sull’altare della pandemia. L’ultima data buona per ricominciare gli allenamenti collettivi potrebbe essere il 25, guarda caso il giorno in cui la Federcalcio dovrà comunicare all’Uefa la data della ripresa e anche il format, cioè l’eventuale cambiamento di calendario, magari attraverso playoff e playout. Il campionato, così come è, al più tardi può ripartire tra il 10 e il 14 giugno, almeno secondo le previsioni della Lega. È una corsa contro il tempo e contro lo scetticismo diffuso della gente. Secondo un sondaggio dell’Izi, in collaborazione con Comin e partners, il 64 per cento degli italiani sarebbe contrario alla ripresa anche se, bisogna riconoscerlo, è stato fatto su un campione di poco più di mille persone.

MEDICI. Anche i medici sono preoccupati: non di ripartire in assoluto, ma di farlo in fretta. Il tema giuridico toglie il sonno ai dottori della serie A: cosa succede se alla ripresa un giocatore contrae il virus e di chi sarebbero le responsabilità? Un caso del genere, secondo il decreto Cura Italia, potrebbe essere considerato un infortunio sul lavoro e la società e il suo medico potrebbero essere chiamati a rispondere dei danni non coperti da Inail. Quello della responsabilità giuridica è solo uno dei mille problemi, in questi giorni nervosi e complessi.

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