Il fondo e la rinascita. Il momento più difficile: entrare allo stadio senza di lui. E quello del conforto, a singhiozzare abbracciati in mezzo al campo, dopo essersi lasciati cadere, stremati da una giornata entrata nella storia della Fiorentina. Così scrive il Corriere Fiorentino. «Trovate la forza» aveva chiesto Diego Della Valle ai giocatori. Lui che prima della partita si è commosso, solitario, davanti alle sciarpe, ai messaggi, ai fiori che nell’ultima settimana hanno rivestito le cancellate del Franchi, e che insieme al fratello Andrea ha trovato la forza di rimettersi al timone di questa nave viola sperduta in mezzo alla tempesta. È stata una domenica speciale quella del Franchi alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi per ripartire insieme, sapendo che prima o poi anche le lacrime sono destinati ad asciugarsi.
Piange Giancarlo Antognoni e i dirigenti in tribuna, mentre la curva srotola l’ennesimo striscione: «Le lacrime di un’intera città, legame fino all’eternità». Poi la partita. I giocatori giocano senza giocare, corrono senza correre. Aspettano. Pezzella si ritrova il pallone tra i piedi e Puggioni, il portiere del Benevento guarda l’orologio e gli grida: «Buttala fuori». È il segnale, siamo arrivati al minuto 13. Le due squadre allora si fermano, la curva Fiesole diventa una parete viola con un’unica scritta bianca «Davide 13». Tutto lo stadio (anche i tifosi del Benevento) scandisce il nome di Astori. Andrea Della Valle si commuove ancora, il patron non avrebbe mai voluto ritrovare così il suo posto allo stadio: «Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine — scrive sul sito viola — in particolare il popolo viola per l’amore e l’affetto con cui ci hanno confortato e sostenuto in un momento così tragico. Grazie per la dignità e il coraggio in onore di Davide».
La palla intanto torna a rotolare. È uno spartiacque, le spalle dei calciatori diventano improvvisamente più leggere. Al 25’, Saponara calcia dalla bandierina, Vitor Hugo salta e di testa segna il gol che regala i tre punti. È la chiusura del cerchio. Tocca a lui, che con Astori in campo probabilmente non avrebbe giocato, scrivere la prima riga del nuovo capitolo viola. Non prima di aver corso verso la panchina ed essersi messo sugli attenti davanti alla foto dell’amico Davide. Ieri capitano e oggi esempio da seguire per la Fiorentina che verrà.
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Redazione LaViola.it