Connect with us

News

Rimpianti, incomprensioni, talenti lanciati: cosa lascerà in eredità Paulo Sousa?

Frecciatine, mugugni, malintesi, ma anche rimpianti e talenti lanciati. Questo lascerà in eredità Paulo Sousa, alle porte di un addio noto da tempo e ormai solo da ratificare. Al di là di pesci d’aprile mal digeriti e scherzi non troppo ben compresi. Il tema, del resto, è stato rilanciato dal portoghese dopo la vittoria col Bologna: “Io cerco sempre di lasciare un ricordo, di un allenatore e una persona che dà tutto sé stesso, cercando di proporre un gioco che ha dei rischi, ma cercando sempre di avere il controllo del gioco dei nostri avversari. Cercando di creare tanto per segnare più reti dei nostri avversari. È quello che cerco di fare in ogni club in cui sono stato“.

Le ultime 8 partite alla guida della Fiorentina, poi sarà addio. Due anni di ‘tutto e il contrario di tutto’, dai selfie da capo-popolo ai fischi assordanti, dai sogni alla disillusione, dal primo posto alla mediocrità. Già, quel primato del finale 2015 che pian piano sbiadisce nei ricordi, seppur fosse un evento atteso da più di 15 anni. Perché poi lì, forse, è cambiato tutto, sia in Sousa che nel rapporto società-tifoseria. Adesso si parla di 8° posto, e di una sesta posizione che rimane obiettivo più o meno concreto. In un finale di stagione da fine ciclo, con aria di rivoluzione. Senza che peraltro sia ben chiara la linea da seguire per il futuro. Né per il tecnico che verrà sulla panchina viola, né tanto meno per i giocatori che comporranno il nuovo gruppo.

L’unica certezza, appunto, è l’addio (condiviso) con Paulo Sousa. Dalle omelette ai rapporti tesi con la società, dal Paulo-manager al ‘penso solo al campo’, dalle possibili dimissioni alla ‘strana’ conferma dell’estate scorsa. E poi dal Savic venduto prima di partire per la tournée sudamericana all’acquisto di Kalinic (segnalato fortemente dal portoghese), fino ai giovani talenti lanciati: Bernardeschi, Chiesa, ma anche Vecino, un patrimonio tecnico-economico in dote per la Fiorentina. Un gruppo rivalorizzato, al di là di tutto, quando già con Montella sembrava a fine ciclo: l’esplosione di Kalinic che potrà consentire una plusvalenza record, il rilancio di Vecino, per non parlare di Alonso che proprio grazie al ruolo ricoperto col portoghese è stato venduto al Chelsea a suon di milioni. Ma anche Badelj e Tatarusanu, rispetto all’ultima annata con Montella. D’altra parte, un Babacar poco sfruttato che resta un enigma anche per il futuro, un Rossi prima recuperato e poi mai inserito negli schemi, un Suarez spedito in Inghilterra dopo 6 mesi, un Ilicic prima trascinatore e poi “grande sconfitta personale” a detta del portoghese.

Un finale di stagione che magari, al di là della rincorsa europea, potrà servire per avere idee più chiare sui giocatori per il futuro: Maxi Olivera e Milic, Salcedo e Cristoforo, ma anche De Maio e il giovane Hagi, più Tello. Ci si potrà puntare per la nuova stagione? Risposte potrebbero venire dal campo, anche se resta difficile capire come questo possa conciliarsi con un tecnico che sa già di salutare tra meno di due mesi.

36 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

36 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

36
0
Lascia un commento!x