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Riecco San Siro: la miglior gara di Montella, la prima gioia di Castro e la standing ovation per FR7

Di nuovo San Siro per la Fiorentina. All’andata contro il Milan fu una serata da ricordare. Ribery omaggiato da una standing ovation. Franck ci riprova. Anche senza pubblico

Stavolta, standing ovation, non ce ne saranno. Se non dinanzi alla tv. Ma alla scala del calcio, in San Siro, Milano, Franck Ribery ci riproverà. Era il 29 settembre 2019 quando in Milan-Fiorentina il francese fece incetta di applausi dalla tifoseria rossonera, in piedi, ad omaggiare una prestazione spettacolare da parte di un campione che è entrato così nella schiera di quei pochi fenomeni in grado di prendersi le acclamazioni di un pubblico avversario.

Impossibile, quantomeno ingeneroso, non farlo dopo aver lasciato sul posto più e più volte chiunque gli passasse dinanzi, e dopo aver segnato un gol da antologia. Ma non scontato. Si chiamano campioni, non a caso. Quelli per cui vale il detto “vederlo giocare vale il prezzo del biglietto”.

BIS. Proverà il bis, mercoledì sera, a San Siro, Franck Ribery. Instancabile. Nonostante le 37 primavere e la lunga e forzata assenza dai campi per un grave infortunio non è mai partito neanche dalla panchina. Sempre in campo, per 8 volte di fila. Decisivo con due assist contro il Torino, spettacolare contro la Lazio, leader contro il Lecce. E non solo. La Fiorentina non può prescindere dal suo campione. Perché dargli il pallone vuol dire metterlo in cascina. E i suoi piedi mettono in pratica le idee di un cervello calcistico superiore alla media.

CASTRO. In quella serata di San Siro Gaetano Castrovilli mise dentro il primo gol in Serie A della sua carriera. Coronamento di una serie già importante di prestazioni al debutto assoluto nel massimo campionato. E chissà che proprio laddove trovò la prima gioia non possa ripetersi, magari proprio contro chi avrebbe voluto prenderlo e portarlo in Lombardia già a gennaio. Salvo però rimbalzare di fronte ai no di Commisso. E magari buttarsi alle spalle anche un periodo non certo sfavillante.

QUEL CAPOLAVORO DI VLAHOVIC. Se quella di San Siro, oltre a Ribery e Castrovilli, può ricordarla con piacere anche Montella, una delle poche e belle partite della sua seconda esperienza fiorentina, l’Inter ha un posto speciale nel cuore di Vlahovic. Perché quel gol all’andata resterà a lungo nei ricordi di chi lo vide partire palla al piede a centrocampo, resistere a Skriniar, e sparare in porta un missile che fece esplodere il Franchi per l’1-1 con cui si concluse la gara d’andata. Quello fu il primo gol segnato dal classe 2000 in Serie A in casa. E anche l’unico, per il momento. E il momento che sta vivendo, con l’ascesa di Cutrone, non è certo dei migliori.

PATRICK. Al contrario, Cutrone, proprio a San Siro si è messo in mostra col Milan segnando i primi gol. E tra i più importanti della sua giovane carriera, fin qui va ricordato il gol segnato proprio contro l’Inter, in un derby di Coppa Italia che decise con la sua rete. Per lui c’è aria di derby. E voglia di continuare sulla strada recentemente intrapresa con 3 gol nelle ultime 3 gare giocate in campionato. Corsi e ricorsi, da scala del calcio. Luogo in cui Iachini, dopo essere uscito in Coppa Italia con qualche svista arbitrale ed in modo immeritato a fine gennaio, proverà a lasciare anche il suo segno.

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