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Ridimensionati, ma solo nel risultato. I soliti errori di Tomovic, la conferma di Chiesa. Addio amaro alla Coppa Italia

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La prima sconfitta del 2017 della Fiorentina coincide con il primo obiettivo che se ne va, il primo dentro o fuori sbagliato della stagione, l’addio al trofeo, forse, più appetibile.
La Fiorentina esce dal San Paolo ridimensionata solo nel risultato, per quanto però risulti decisivo in uno scontro diretto.

La Fiorentina esce ridimensionata solo nel risultato al netto di una gara meno bella e estetica dei tre precedenti confronti con i partenopei. Una gara, per certi versi paradossale  o in controtendenza. Giocata con baricentro più basso ma con più occasioni nitide nel primo tempo, condotta con maggiore copertura del campo e pressing alto ma con meno tiri in porta nella ripresa.

La scelta di Cristoforo al posto di Borja Valero ha reso infatti bassa e attaccabile la Fiorentina del primo tempo, che però, quando ha saputo sfruttare i corridoi giusti sulla trequarti ha creato pericoli a Reina, come nel destro di Chiesa e nel colpo di testa di Astori.

Nella ripresa invece, quando il recupero palla e la gestione delle due fasi di possesso e non sembravano favorevoli alla squadra di Paulo Sousa, il Napoli ha colpito, sfruttando l’atavico, ennesimo e decisivo errore individuale e di reparto difensivo. Un gol che ha cancellato la Fiorentina dalla partita, al di là dei tentativi di cambi in corsa con BabacarIlicic e Borja. Una rimonta osteggiata anche da una condotta di gara di Doveri estremamente dubbiosa, vincolante in alcuni frangenti e permissiva su tanti episodi dove certe simulazioni sono state tutelate.

La Fiorentina esce dal San Paolo in sostanza con due conferme, una positiva, una, purtroppo, ancora una volta negativa. La conferma positiva è la nuova prestazione in crescendo, ottima per personalità, grinta, cattiveria agonistica di Federico Chiesa: sempre presente nelle azioni più pericolose, sempre voglioso di creare un grattacapo. Talvolta caotico, ma determinato e sempre pronto a metterci la gamba. Sempre pronto a duellare, oltre la carta anagrafica, oltre l’importanza della partita.

La conferma negativa arriva invece dal reparto difensivo, da un errore di concetto in occasione del gol che molto spesso rappresenta una costanza: Sanchez terzino ha convinto, anche se marcare Insigne in questo momento diventa difficile per tutti. La coppia centrale meno, soprattutto nella gestione delle letture sui cross. Tomovic poi ancora una volta è stato protagonista in negativo con un errore che ha spalancato la porta al tap- in di testa di Callejon.

La sensazione è che la coperta in difesa resti corta, che senza Gonzalo sia tutta un’altra musica e che forse qualche innesto sarebbe gradito. Ma dal mercato, al di là delle cessioni di contorno di Zarate e Toledo, tutto tace, soprattutto in entrata.
Domenica con il Genoa di nuovo campionato, a caccia di una continuità che adesso diventa necessaria per una risalita in classifica, dopo che la prima strada verso l’Europa e verso un trofeo è svanita.

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