
Nonostante tempo e calendario agevole, sulla carta, possano ancora far sperare qualche inguaribile ottimista, la qualificazione in Europa per la prossima stagione appare assai ardua per la Fiorentina. Difficile pensare che una squadra maledettamente fin qui altalenante riesca improvvisamente ad ingranare la marcia della continuità ed a fare filotti da qui a fine stagione. Soprattutto in un clima generale da rivoluzione e ricostruzione, con un allenatore in panchina che l’anno prossimo sarà altrove, e con una dirigenza che sta già pensando al futuro, come quello che si respira a Firenze.
Sognare, in fondo, non costa niente. Ma ridursi a fantasticare di disputare un doppio preliminare di Europa League è chiedere troppo a chi nel cuore ha i colori viola ed in mente ha i ricordi di antichi splendori. E se restare fuori dall’Europa, l’anno prossimo, fosse un toccasana nel percorso di questa Fiorentina? La domanda è lecito porsela. La proprietà, sicuramente, non la penserà così vista l’importanza che da sempre la famiglia Della Valle ha dato alla presenza del club viola in Europa. Ma in un anno in cui sarà tutto da ricostruire potrebbe essere una risorsa avere più tempo per preparare le gare di campionato senza trasferte infinite e rientri al venerdì con la testa rivolta unicamente a Serie A e Coppa Italia. Un po’ come accadde nel primo anno di Montella, quando Pradè-Macia ricrearono dal nulla una squadra competitiva che lottò fino alla fine per il terzo posto salvo poi vedere il Milan arrivare ai preliminari di Champions ma aprendo la strada ai tre quattro posti consecutivi centrati dall’aeroplanino. La stessa cosa dovrà fare Pantaleo Corvino la prossima estate. Trovare un nuovo allenatore, rifare una rosa con budget zero, all’insegna dell’autofinanziamento, e provare a riportare entusiasmo e risultati.
Una stagione, quella del primo Montella, che iniziò con tanto scetticismo. Che poi diventò fantastica. Un po’ lo stesso clima che da qui a settembre accompagnerà il tifo viola. Anche se la base di partenza di quella Fiorentina era ben inferiore a questa. Allora si ripartiva dalle ceneri di una retrocessione sfiorata e di un ennesimo ciclo da riaprire. Stavolta, la base, appare già più buona con un tridente di trequartisti come quello composto da Chiesa, Bernardeschi (anche se per lui gli estimatori sono tanti e qualcuno si farà avanti in maniera ufficiale) e Saponara che già promettono qualcosa di più. Così come Astori, Sportiello e Vecino. Per gli altri tutto può accadere. Intanto avere già 6-7 elementi medio-buoni dai quali ripartire è qualcosa di più rispetto all’estate del primo Montella.
C’è poi un altro aspetto da considerare: dal prossimo anno il quarto posto permetterà alle squadre italiane di arrivare in Champions. Utopia, pensare di arrivare quarti? No. Perché se quest’anno Milan e Lazio hanno avuto un rendimento migliore rispetto a quello dei viola molto lo si deve anche al fatto che non avessero l’Europa League di mezzo. L’Atalanta ha fatto la stagione della vita, e l’Inter è un grosso mistero in chiave futura. Juventus, Roma e Napoli saranno con grandissima probabilità ancora davanti a tutti l’anno prossimo. Ma anche in queste tre piazze si prospettano possibili rivoluzioni, soprattutto per le rispettive panchine. E nel caso in cui si dovessero ripetere casi alla De Boer, la Fiorentina senza coppe non potrebbe farsi scappare tali occasioni. Molto dipenderà dal mercato estivo e dall’allenatore che Corvino porterà a Firenze. Ma dover disputare al massimo 45 partite è ben diverso che doverne affrontare più di 60 tra Europa League ed altre competizioni. Ed in ottica rosa, in un anno di ricostruzione, può essere molto utile.
Insomma, sguardo al futuro. E rimanere fuori dall’Europa, l’anno prossimo, potrebbe quasi essere una manna dal cielo.

Di
Gianluca Bigiotti