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Ricostruzione dolorosa in corso: cosa cambia da quella del 2012?

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È ancora troppo presto per giudicare l’operato sul mercato della Fiorentina, impegnata in un progetto di ricostruzione quasi totale che spaventa non poco i tifosi. Dopo il famigerato mercato di gennaio 2016, dopo un calciomercato estivo 2016 anonimo e pianificato per risanare buchi di bilancio, dopo una stagione anonima, accesa solo dai fuochi delle contestazioni del popolo viola; era prevedibile che l’aura intorno a questa sessione fosse gonfia di scetticismo.

Soprattutto, poi, se a finire sul banco delle cessioni sono tre tra i giocatori più valorosi, ai quali il popolo viola si è maggiormente affezionato. Kalinic, Bernardeschi e, soprattutto, Borja Valero. Eppure, noi tutti eravamo al corrente di una rivoluzione nella rosa, che avrebbe toccato anche alcuni pezzi pregiati al fine di ottenere denaro da reinvestire. Inoltre, l’ultima rivoluzione in casa Fiorentina, quella dell’estate 2012 operata dal duo Pradè/Macia, lasciò a Firenze ben poco del ciclo precedente, risultando però una delle migliori sessioni di mercato dell’era Della Valle (risultato: quarto posto in Serie A, che sarebbe potuto essere terzo senza il “rigore per il Milan”). E allora perché preoccuparsi così tanto? I tifosi non hanno memoria storica?

Non è proprio così. È vero, le somiglianze tra le due ricostruzioni non mancano. Ma a giudicare da come si sta muovendo la Fiorentina quest’anno, ci sono anche alcune differenze. Durante quell’estate, gli uomini di mercato viola decisero di sacrificare sì molti dei giocatori migliori per fare mercato (Behrami, Gamberini e Nastasic sul filo di lana), ma anche di trattenere quello che era il giocatore più forte di quella squadra, Stevan Jovetic. Allo stesso modo, a Firenze rimase un veterano, un giocatore pronto per diventare il nuovo capitano della Fiorentina, quel Manuel Pasqual scaricato l’anno scorso da società e allenatore.

Diverso sembra l’atteggiamento di Pantaleo Corvino in questo calciomercato 2017, dato che la coppia di giocatori più forti (Kalinic e Bernardeschi) ed il più amato dai tifosi (Borja Valero) sono tutti vicini alla cessione. Dunque, se i tre sopracitati cambiassero maglia in questa sessione di mercato ne uscirebbe una Fiorentina molto indebolita dal lato tecnico e umano, ma con il portafoglio gonfio. Obiettivamente, un portafoglio molto più pieno di quando fossero riusciti ad incassare Pradè e Macia dalle loro cessioni.

Ma siamo sicuri che il gioco valga la candela? Con l’aumento dei soldi a disposizione aumenterebbe anche il rischio di spenderli male (dato l’arduo compito di sostituire tre giocatori di assoluto valore), ritrovandosi a strapagare il cartellino di calciatori di media qualità oppure a scommettere unicamente su giovani di bella speranza.

Senza dimenticare quale enorme sconfitta sarebbe perdere Borja Valero per una società sotto accusa da parte della tifoseria da diversi mesi. Un errore politico oltre che un enorme dispiacere sentimentale. Tuttavia, attenzione a non dare per sconfitto in partenza Corvino: con tale disponibilità economica il Corvo potrebbe riuscire a piazzare colpi entusiasmanti e di immediato impatto, consegnando a Pioli una squadra in grado di fare subito risultato. E si sa bene: quando arrivano i risultati tutto il resto passa in secondo piano. Magari cercando di non farsi sfuggire quelle occasioni che passano in ogni sessione di calciomercato, come quelle afferrate dalla Fiorentina nel 2012, che portarono giocatori come Pizarro, Cuadrado, Borja Valero e Gonzalo Rodriguez a Firenze.

Solo il tempo ci dirà se Corvino e Freitas riusciranno a costruire una Fiorentina competitiva ed in grado di appassionare i tifosi dalle macerie di ciò che rimarrà dell’attuale ciclo. Ci si può solo limitare a commentare quanto sia difficoltoso questo compito, soprattutto se a partire sono tutti i migliori.

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