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Ribery e la sua banda: pronti a stupire. Ora San Siro

Ribery

Là dove raccolse la standing ovation dei tifosi avversari, contro il Milan, Franck vuole rifarsi della prova opaca contro il Torino

Franck Ribery, ora più che mai, ha ancora più voglia di tornare a stupire. Quell’errore, col pallone regalato a Zaza che fortunatamente non si è trasformato in un harakiri viola, il francese punta a riscattarlo subito. Anche perché la fascia al braccio, col pensiero che fin dal dopo gara è volato a Davide Astori, l’eterno capitano della Fiorentina, lo ha inorgoglito ancora di più. E’ lui, adesso, a guidare il desiderio di rivincita di una squadra rivoluzionata che con Iachini ha ritrovato un’identità. Così, a dispetto dei 37 anni compiuti, il francese è pronto a riprendersi lo scettro di leader sul campo, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.  

LA BRIGATA DI FRANCK. Sui social, in un botta e risposta Instagram, si è rivolto a Pezzella con un messaggio preciso: «Abbiamo vinto questa partita anche per te, capitano». Sa bene che sabato, a San Siro, sarà di nuovo l’argentino il capitano, non punta allo… scossone: Ribery ha in testa solo la consapevolezza di contribuire in ogni modo alla crescita viola, con l’esperienza e con le giocate, meglio se letali per gli avversari. I compagni tutti gli si sono stretti attorno come si fa con il condottiero. Una brigata che si è lasciata contagiare sempre più dall’entusiasmo del “campione” e pure dalla sua voglia di provare a vincere anche in Italia.

IL PILASTRO. In pochi mesi è diventato lui il punto di riferimento dei più giovani, da Castrovilli a Chiesa, che lo hanno visto restare al fianco del gruppo anche nel momento più complicato, dopo l’infortunio alla caviglia dello scorso novembre che ha richiesto la stabilizzazione chirurgica. Quando poi ha tolto il freno, dopo essere stato riaggregato al gruppo, Ribery si è fatto interprete perfetto di quella “cultura del lavoro” tanto cara a Iachini trasformandosi in pilastro. Per forza fisica e mentalità. Contro il Torino, pur avendo alzato il tono nella ripresa, non ha forse brillato come sempre, ma quel suo tentativo di puntare l’uomo non è passato inosservato. 

E ORA SAN SIRO. E ora, nello stadio che per primo gli ha regalato una standing ovation, San Siro (anche se di fronte, nel settembre 2019 c’era il Milan), sogna di farsi di nuovo trascinatore. Magari mettendo finalmente il sigillo sul gol numero 150 in tutte le competizioni della sua carriera.

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