Undici partite, ancora un paio di mesi e mezzo di campionato. Utopisticamente, undici partite per provare fino in fondo a rincorrere il treno Europa League. Fino a che l’aritmetica lo consente come detto da Vecino e Astori nel post gara di Bergamo. Realisticamente, undici partite per chiudere con dignità e un minimo di appartenenza una stagione nata e chiusa sotto una cattiva stella. Una stagione appassita in Primavera, quando invece tutto dovrebbe sbocciare.
Undici partite per chiudere una liturgia, un insieme di parole e frasi fatte. Undici partite per consumare definitivamente il rapporto tra Paulo Sousa e la Fiorentina, iniziato con la passione dei più grandi e imprevedibili amori e finito con l’abitudine e la routine di due separati in casa che vanno avanti per dovere più che per volere. Un rapporto fatto di un fastidioso presente, di tanta voglia di futuro e di un passato (vedi mercato di gennaio scorso) che è stato ed è una zavorra ancora oggi non digerita.
Ma al di là delle separazioni tecniche, queste undici partite saranno anche le ultime apparizioni per tanti giocatori, per tanti volti che hanno accompagnato questi ultimi anni della storia della Fiorentina. L’idea cioè che questi ultimi due mesi e mezzo saranno il commiato di un gruppo arrivato, anch’esso alla fine di un percorso. Un gruppo pronto a essere snaturato, profondamente cambiato e modificato a partire dal prossimo Luglio. Ruolo per ruolo, proviamo quindi a tracciare una lista dei partenti e dei restanti, di chi rimarrà e chi invece saluterà.
In porta, nonostante le ottime prestazioni dell’ultimo periodo, Ciprian Tatarusanu è pronto al passaggio di consegna. Il portiere rumeno, arrivato tre stagioni fa a parametro zero e in scadenza 2018, sarà messo sul mercato e verrà sostituito da quel Marco Sportiello il cui arrivo in Gennaio è stato un chiaro messaggio in ottica futura. Come vice sarà data fiducia a Dragowski, un oggetto fino a oggi misterioso ma che, giova ricordarlo, è stato pagato oltre i due milioni di euro.
Nella difesa tanto criticata, tanto messa sul banco degli imputati per i tanti e troppi gol subiti, l’unico sicuro di conferma è Davide Astori. Persona che agisce e ragiona da leader, difensore tra i più affidabili della Serie A, il giusto profilo per fungere da punto di riferimento all’interno dello spogliatoio. Detto di un Gonzalo prossimo ai saluti(con tanto di fascia restituita vedremo a chi), così come Milic e De Maio, Salcedo verrà riscattato, con una cifra che la Fiorentina spera sia vicina ai 3 milioni.
Potrebbe partire anche Tomovic, anche di fronte a un contratto in scadenza 2020, mentre Maxi Olivera sarà riscattato e molto probabilmente riceduto. Il tutto, senza dimenticare che la Fiorentina vorrà dare una nuova chance a Diks, per cui aveva speso parole importanti pure Giancarlo Antognoni, e senza tralasciare l’arrivo di Milenkovic. Classe 1997, 5 milioni il costo dell’operazione e la curiosità di vedere se sarà subito pronto per essere titolare o un acquisto di prospettiva.
Il valzer delle porte girevoli prosegue anche a centrocampo, dove l’intoccabile della situazione è Matias Vecino. Giocatore ancora giovane, ideale per un centrocampo a 3, come nella testa e nei programmi del prossimo allenatore. Sanchez si è guadagnato sul campo la riconferma, dopo aver giocato le presenze numericamente previste dal contratto. Cristoforo dovrà essere riscattato e non è detto che la Fiorentina decida di privarsene. Saluterà sicuramente la compagnia Milan Badelj, non voglioso (e non è una novità) di rinnovare e non desideroso di proseguire la sua esperienza in riva all’Arno, come ampiamente ripetuto e ribadito dall’agente.
Infine, il capitolo Borja Valero: fosse per lo spagnolo la sua carriera si concluderebbe a Firenze. In realtà per la Fiorentina è cedibile di fronte a una buona offerta, come era successo per una sirena cinese a gennaio rispedita al mittente dallo stesso centrocampista.
In attacco, o comunque sulla trequarti, si ripartirà dalla BCS. Niente a che vedere con le banche o con le agenzie di rating, ma semplice acronimo di Bernardeschi-Chiesa- Saponara. Il tridente, giovane, tecnico e italiano, individuato come pietra miliare del prossimo campionato.
Per Bernardeschi sarà una lunga estate caldissima, ma la Fiorentina punta decisa a trattenere il suo gioiello, con tanto di adeguamento economico verso cifre da top player. Chiesa sarà chiamato alla conferma, dopo essere stato la più piacevole nota di questa stagione. Saponara il volto di un nuovo ciclo.
Per il resto, aria di addio e saluti. Senza lacrime per Ilicic, partente di fronte a una buona offerta. Con qualche dispiacere in più per Kalinic, probabilmente destinato a un campionato diverso dalla Serie A. Tello potrebbe essere riscattato per 5,5 milioni, ma le quotazioni ad ora propendono più per il no che per il sì. Babacar invece è un’altra situazione da valutare, con il solito atavico dilemma se dargli definitivamente fiducia o lasciarlo partire, magari in prestito, per capirne le potenzialità in un campionato di ampio raggio e non solo in spezzoni di gara.
Insomma, undici partite, due mesi e mezzo per guadagnarsi un nuovo inizio o scrivere la parola fine.

Di
Duccio Mazzoni