Il tecnico è pronto a lasciare l’Arabia e tornare a Firenze per la terza volta. Ma ancora la storia non è finita
Secondo La Repubblica, il nome in prima linea ormai da giorni resta quello di Stefano Pioli, per uno scherzo del destino pure lui dimessosi dalla Fiorentina nella primavera del 2019. Altra proprietà, altri dirigenti, tutta un’altra storia. Pioli rappresenterebbe il profilo probabilmente ideale potendo unire esperienza, conoscenza dell’ambiente e larghezza delle spalle in grado di sopportare un peso maggiore rispetto ad altri colleghi. Perché quello viola in questo momento, dopo un sesto posto preso così male dall’ambiente, è un contesto dove non si può sbagliare. L’obiettivo, dichiarato pubblicamente, resta migliorare il risultato stagionale: quindi si ragiona dal quinto posto in su. Pioli ne ha viste tante, quasi tutte, e dal punto di vista gestionale è un maestro. Tatticamente non dogmatico potrebbe tranquillamente ripartire dai punti di forza già mostrati sapendo perfettamente fungere da scudo protettivo per la squadra anche in frangenti caldi. Del resto i sei anni a Firenze da calciatore, il quasi biennio da allenatore dove è realmente successo di tutto, le panchine blasonate domate ed uno scudetto vinto contro pronostico con il Milan, sono garanzie sufficienti. Pioli non avrebbe chiuso all’idea, anzi tornerebbe più che volentieri. Però vanno sistemate diverse problematiche che spaziano in ogni ambito, da quelle tecniche a quelle economiche passando per le non meno importanti questioni burocratiche. Lasciare l’Al-Nassr prima della seconda settimana di luglio creerebbe un forte disagio economico, ma comunque la Fiorentina si raduna soltanto il 14. Ad ora in netto vantaggio resta lui ed anche ieri si sono registrati diversi passi in avanti.
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Redazione LaViola.it