L’analisi di un’annata parecchio complicata, da lasciarsi velocemente alle spalle. Vlahovic e la vittoria sulla Juve le uniche note positive
Nella filosofia orientale esiste un principio (esho funi), che spiega il legame profondissimo e indissolubile tra noi e il nostro ambiente. Per capirci: ciò che vive intorno a noi rispecchia perfettamente il nostro stato vitale. Giusto per dire che questa stagione (3,5) imbarazzante e senza pubblico ha raccontato di una Fiorentina (il corpo) intristita, vaga, sconnessa e di tifosi (l’ambiente) messi anche peggio, anche perché vivere il proprio amore a distanza e rischiare di addormentarsi davanti a Crotone-Fiorentina non invita ad eccessi di entusiasmo. Tutti i veleni, anche quelli forniti dei media cattivoni, spariranno appena inizierà una nuova strada, quella tanto attesa, convinti che dopo aver sbattuto nel muro per due anni di fila forse qualcosetta si sia imparato. Così scrive Benedetto Ferrara su La Repubblica.
BIRAGHI, GLI ALLENATORI E VLAHOVIC. E poi, diciamocelo, passare un anno a litigare su Biraghi (4,5) o a dividerci tra le rivendicazioni di Iachini (6 per la salvezza) e le ombre silenziose di Cesare Prandelli (6 per aver lavorato alla grande su Vlahovic) somiglia parecchio a un giochino trash. Maxi Olivera (7 per l’apparizione quasi mistica) torna in campo e Sky non ha la fotina per la formazione. Sì, certo, come diceva quello è un problema loro, ma una pic potevano mandargliela. Ricorderemo la vittoria in casa Juve (8,5), illusione in purezza. I tre punti presi alla Lazio (7) buoni anche per la classifica e l’esplosione di Dusan Vlahovic (9), l’unico motivo per ricordare questo squallido campionato. Non vedevamo una punta del genere da una vita.
RINNOVO. Ora la Fiorentina gli farà firmare il rinnovo, per fortuna non ci sono alternative. Se perdi un altro giovane di talento vuol dire che non hai alcuna ambizione e lo dichiari apertamente. Sul contratto peseranno le clausole e gli accordi tra le parti. Il resto dipenderà da quello che vuole fare la Fiorentina, in quanto tempo ha intenzione di tornare nel calcio vero (Europa) e di diventare una squadra realmente ambiziosa, al netto dei proclami.
IL NUOVO IAKOVENKO. Un 9 a Kokorin, nuovo Iakovenko, nonché nuovo Benalouane e perfino nuovo Savio Nsereko. Non ci riferiamo al valore tecnico ma alla presenza ectoplasmatica. Per il resto ci auguriamo che ci farà vedere chi sia a stretto giro. Detto questo, dopo aver ricordato il buon Dragowski (6,5), la classe di Bonaventura (6,5), la creatività a intermittenza di Castrovilli (6,5), l’altro calcio di Ribery (6,5), la generosità di Venuti (6,5) e l’addio prestampato di un involuto Milenkovic (5,5), non resta che un meraviglioso, fantastico, emozionante 10 in pagella. A chi? Ma come: al fatto che la stagione finisce qui. Nella speranza di non rivederti più. Sempre bene precisarlo, non si sa mai: perché qui tornano tutti, prima o poi. Anche basta, però.
Di
Redazione LaViola.it