Riaprono i centri sportivi, ma il futuro del campionato resta molto incerto. I club sperano negli esempi inglesi e tedeschi. Spadafora…
Il calcio ha vinto almeno il primo braccio di ferro col governo. O almeno col ministro Spadafora, ritenuto dalla Serie A il maggior ostacolo alla ripresa del campionato. La retromarcia è lontana, ma ieri anche il ministro s’è piegato, dopo che 4 regioni a guida Pd (più la Sardegna) hanno aperto agli allenamenti anche per i calciatori, a patto di garantire la distanza di sicurezza tra singoli: almeno 5 squadre apriranno i campi ai giocatori, derogando al dpcm. Per questo Spadafora ha dato mandato al Comitato scientifico di valutare se autorizzare i club ad aprire i centri sportivi ai giocatori. Oggi la decisione, ma già da ieri circola una bozza con il via libera: una vittoria del calcio oppure un giallo? Certo le resistenze di Spadafora restano fortissime: la “guerra” è solo all’inizio, scrive La Repubblica.
CONTE. La palla infatti resta nelle mani del governo: mercoledì il nuovo decreto del premier Conte potrebbe chiudere definitivamente il campionato proprio su input del comitato scientifico. Anche se la Serie A spera e si aggrappa alla Premier, che ha votato compatta per la ripresa del campionato, e alla Germania. Anche la cancelliera Merkel dovrebbe pronunciarsi mercoledì prossimo: i centristi di Angela sono favorevoli al semaforo verde alla Bundesliga e la Spd espone il rosso: se lì si ripartisse – è il pensiero dei club italiani – anche rimettere in moto il campionato italiano sarebbe più semplice.
CALENDARI. La Lega di Serie A ha già allo studio 3 nuove ipotesi di calendario. Il più estremo con ripartenza al 24 giugno sacrificando la Coppa Italia (non una soluzione a costo zero, visto che la Rai ne detiene i diritti) e con 2 sole retrocessioni. La Figc tiene viva l’ipotesi ancora più estrema di decidere la stagione con playoff e playout per non tardare il via al campionato 2020/21.
Di
Redazione LaViola.it