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Repubblica: il finto ritiro, Marangon, le lamentele di Iachini, Chiesa. Ammettere gli errori per ripartire

Commisso Fiorentina

Da Beppe a Prandelli, la Fiorentina è ancora in crisi. Ma è più facile cercare nemici ovunque pur di non ammettere le proprie mancanze

Prandelli alla fine è tornato al difensivismo concettuale, ma è bene non dimenticare che il suo predecessore aveva Chiesa, dettaglio non di poco conto. Difficile immaginare che una squadra con Amrabat, Bonaventura e Castrovilli a centrocampo non avesse la minima capacità di fare gioco. È questo il mistero. Il grande mistero, scrive La Repubblica.

IACHINI E MARANGON. Perché il fatto che mancasse un attaccante (si dice che Iachini sia stato mandato via anche perché si era lamentato del mancato acquisto di una punta) era evidente e consolarsi con la lenta crescita di Vlahovic va pure bene, ma per salvarsi serve anche altro. È chiaro però che la Fiorentina non sia individualmente così scarsa come racconta la classifica. Ci sono anche dei dettagli che fanno riflettere. Cose apparentemente piccole, tipo il licenziamento in tronco del team manager Alberto Marangon, uno che aveva un ottimo feeling col gruppo e teneva i rapporti tra spogliatoio e società. Piccolezze? No, non nel calcio di oggi, dove gli equilibri sono delicati, la vita fuori dal campo pesa e serve molta diplomazia, oltre che chiarezza sul sentimento del gruppo.

‘FINTO RITIRO’. Il caso del finto ritiro spiega tutto. Due giorni finiti col pareggio contro il Sassuolo. Una fiction inspiegabile, il ritiro. Più che altro una eterea dimostrazione di forza della società fatta più per far piacere ai tifosi che per vera strategia emergenziale. C’è confusione, insomma. Anche se nessuno lo ammetterà mai, perché anche ammettere i propri errori è una dimostrazione di forza interiore, mentre cercare nemici ovunque pur di non ammettere le proprie mancanze è un atto di profonda debolezza. Un vero peccato, tenendo conto che quando vuoi bene a qualcuno cerchi di mostrargli come può migliorare, non fare finta di niente in nome di una sudditanza senza senso.

CHIESA. È il gruppo che non funziona, un po’ perchè costruito male, un po’ perché c’è chi non vede l’ora di andare via, un po’ per via di una gestione fino ad oggi piena di errori. Cambiare gli allenatori a volte funziona, ma solo se dietro c’è qualcosa di solido e organizzato. La cessione di Chiesa fatta all’ultimo tuffo e senza aver trovato un vero sostituto (e dato via Sottil, tra l’altro) è stato un passo falso difficile da giustificare.

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