Rassegna Stampa
Repubblica: Fiorentina tornata piccola. Lo stadio vecchio non è un alibi
Benedetto Ferrara su repubblica scrive della situazione in casa viola dopo la sconfitta contro la Sampdoria
Che la Fiorentina sia una squadra un po’ abborracciata lo si capisce chiaramente. Basta guardare i doppioni, le mancanze, i fuori ruolo, luogo del pensiero dove il buon Beppe Iachini, candidato al premio «Ti voglio bene ma» , riesce sempre a primeggiare. Un esempio? Amrabat centrale di centrocampo. Sì, ci ha già giocato in quel ruolo, ma non è il suo ed è un po’ come prendere Callejon per immaginare di fargli fare tutta la fascia. Esempio non casuale, visto che si parla di lui come futuro sostituto di Chiesa (ma sembra di più un vice Ribery). In un 4-3-3 forse ci potrà stare.
In un 3-5-2 (il modulo figlio dello Iachini pensiero) la cosa pare davvero ardua a immaginarsi. Lo scrive repubblica.it.
Resta comunque il fatto che la sconfitta con la Samp ci ha messo davanti agli occhi le solite cose. Se a San Siro era stato Vlahovic (che venerdì l’ha messa dentro) a finire nel mirino della rabbia dei tifosi, stavolta è stato Kouame a fare la sua brutta figura, sbertucciando un pallone davanti alla porta dopo sette minuti di partita. E facendo gridare a chiunque stesse guardando la tv il più classico «questo lo facevo anche io». Vabbè, capita. Troppo spesso, però. La somma algebrica di tre attaccanti da coltivare non ne fanno uno pronto a fare gol quando quel gol ti può cambiare la partita. D’altra parte è anche bene ricordare che, comunque vada, non è che uno stadio vecchio può essere un alibi dietro al quale nascondere problemi non risolti.
Se non hai fatturati stellari devi essere bravo a scovare giocatori in grado di farti fare passi in avanti, di alimentare un programma sportivo degno di questo nome e di puntare all’Europa, quella che porta introiti e convince giocatori di qualità a venire a Firenze e quelli di valore che hai a non mollare la maglia alla prima offerta. Che poi finisce che l’unica cosa che puoi festeggiare è una immaginaria panchina di Chiesa alla Juve, neanche fosse un trofeo. Siamo tornati mediamente piccoli, questo è il problema. Nel gioco, nelle ambizioni. Piccoli in un calcio che grande non è. Invertire la rotta non è facile ma è l’unica strada possibile per dare un senso al pallone in questa città. Aspettiamo fiduciosi. Da un pezzo. Già.