Cinque pareggi in altrettante partite per la formazione viola partita a rilento. Ma c’è qualcosa da salvare?
Perché essere ottimisti? Non tutto è da scartare in questa Fiorentina, anzi. Con l’arrivo di Palladino e il conseguente mercato, la squadra ha cambiato pelle. Nel sistema di gioco e nei singoli. Scrive la Repubblica.
In mezzo al campo e in attacco la Fiorentina intriga: ha soluzioni per ogni modulo e per ogni proposta. Da Richardson a Cataldi, da Adlì a Bove passando per Mandragora che è rimasto l’unico a dar continuità in un reparto per certi versi stravolto. Forse manca un giocatore di spessore e di carattere, un leader.
Ma Palladino può giostrare i suoi interpreti pensando alle tre competizioni e scegliendo tra caratteristiche e profili differenti. Così come in attacco. Qui manca un vice Kean, inutile nasconderlo. Ma è proprio l’ex Juve ad aver impressionato: tre gol in stagione, l’ultimo che chiude il digiuno in campionato che durava da 17 mesi. Movimenti giusti, approccio perfetto, spirito di squadra e tanta qualità.
Sa che Firenze è l’occasione giusta per riprendersi quel che ha lasciato sul campo negli ultimi anni. Il ritorno nelle convocazioni in Nazionale, con tanto di gol contro il Monza segnato davanti al ct Spalletti, è il segnale che sperava arrivasse così presto. Vero, non ha alternative: Beltran, indicato inizialmente come suo vice, è stato piazzato alle sue spalle nell’ultima gara.
Ma Palladino ha pedine che potrebbero trovare gol con continuità: Gudmundsson e Colpani su tutti. Kouame potrebbe agire come falso nove e Sottil e Ikoné completano il reparto più affollato. In porta, poi, esperienza pura con De Gea e Terracciano. A Bergamo, il 15 settembre potrebbe arrivare la prima vera scelta di Palladino: lo spagnolo titolare in campionato, per poi lasciare il posto al compagno in Conference League.
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Redazione LaViola.it