
Quanti segnali e rischi sottovalutati. La Fiorentina è una somma di singoli interessi. E il 2° tempo col Sassuolo è un’offesa per chi ama la maglia viola. L’analisi de La Repubblica
Il ritiro anticipato (di un giorno) è giusto e inevitabile. Dispiace invece per il silenzio stampa, scrive La Repubblica. Sarebbe stato interessante capire il perché dell’ingresso di Eysseric e Callejon per Castrovilli e Bonaventura, gli unici due che cercavano di giocare a pallone. Lo spagnolo, tra l’altro, con quello sguardo un po’ perso di chi si sta chiedendo dove sia finito, messo a fare l’interno di centrocampo. Beh, serve fantasia.
UN’OFFESA. Ma non è certo solo responsabilità del tecnico se questa squadra non squadra riesce a complicarsi la vita rischiando ciò che sembrava impossibile rischiare. D’altra parte è bastato vedere Cagliari-Parma per capire la differenza tra chi ha fame e chi è già sazio di bei pensieri su un futuro altrove. Il secondo tempo di Reggio Emilia è un’offesa nei confronti di chi ti ama. O ama quella maglia, forse è meglio dire.
ERRORI E CRITICHE. Ricapitolare le ragioni di questo fallimento plateale diventa anche noioso, per cui meglio evitare di ricordarci degli errori di mercato, di panchine che vanno e vengono, di accuse sventagliate a destra a sinistra. Le ruspe contro la politica, i giornalisti cattivi e tutto il resto. Il trumpismo applicato al pallone è sempre esistito e fa molto calcio anni ’80.
I FATTI. Le critiche non piacciono, ma di solito è meglio rispondere coi fatti. Additare ai tifosi nemici immaginari per distogliere l’attenzione dai problemi reali è un classico. Poi però, come detto, ci sono i fatti. E questi raccontano di una immensa pochezza e di idee rare e confuse, oltre che di una classifica che sistema la Fiorentina a pochi passi da baratro.
SEGNALI. I segnali che qualcosa non funzionasse c’erano da tempo. Piccoli dettagli che invece piccoli non sono. Quella fascia da capitano al braccio di Chiesa prima che fosse spedito a casa di Ronaldo (senza mai sostituirlo, tra l’altro, dispiace ricordarlo ma è difficile trattenersi), oppure quella al braccio di Milenkovic, uno più motivato come plusvalenza che come difensore della Fiorentina. Pezzella era convinto di partire e poi invece è rimasto qui. Insomma, motivazioni a go go. E non chiediamoci perché poi la difesa si trasforma in burro.
SENZA UMILTA’. Ma il problema è sempre il solito. L’assenza totale di umiltà nei momenti più difficili. Ambizione e umiltà: due strade che devono correre insieme. Non esiste l’una senza l’altra. Qui invece ci sono solo le somme di interessi singoli. È da qui che arrivano tutti i problemi.

Di
Redazione LaViola.it