Cori e striscioni di maggio, ma il ds ha incassato la fiducia di Commisso ed è ripartito. Con un mercato più che positivo
La contestazione della curva, la fiducia incassata dal presidente Commisso e un mercato condotto in prima linea, con nessuna cessione illustre, acquisti funzionali per Pioli e rinnovi importanti come quelli di De Gea prima e soprattutto Kean poi. È stata un’estate piena, un frullatore di trattative quella del direttore sportivo Daniele Pradé e del suo braccio destro Roberto Goretti, scrive La Repubblica.
PIOLI E PRIMI ARRIVI. Dopo le dimissioni di Palladino, in pochi giorni Pradé scelse Pioli in panchina, ritenuto il collante giusto con la piazza e l’uomo di esperienza a cui affidare una squadra di valore, rinnovò De Gea e acquistò, nel mese di giugno con abbondante anticipo, Dzeko, Fazzini e Viti da consegnare al tecnico il primo giorno di preparazione. Un assaggio di quella che sarebbe stata la strategia estiva, fatta di ricerca non di nomi esotici ma di profili italiani, in grado di alzare il livello di un gruppo da confermare nella sua totalità, come dimostrato anche dal riscatto di Gudmundsson dal Genoa alla cifra prevista dalla società viola.
CON LUCCI. A luglio i giorni di ritiro sono serviti per la valutazione completa della rosa, mentre ad agosto sono stati acquistati Lezzerini, Sohm, Nicolussi Caviglia, Lamptey a due giorni dalla fine del mercato e, soprattutto Piccoli, l’investimento più importante — 25 milioni più bonus — dell’era Commisso preso indipendentemente dalla vicenda Kean. Con il quale, passata la paura della clausola, si è arrivati al rinnovo grazie ai dialoghi con l’agente Lucci, altro grande protagonista del mercato estivo della Fiorentina. Un’estate in cui diversi esuberi sono stati piazzati solo in prestito e alcuni sono rimasti. Ma se serviva un cambio di passo, Pradè lo ha offerto. Con novanta milioni spesi e operazioni più che positive.
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Redazione LaViola.it