Palazzo Vecchio è convinto che anche da un restyling meno impattante dello stadio Franchi la Fiorentina possa aumentare i ricavi. Campi? Prima servirebbe un masterplan
TESI DEL COMUNE. Si sofferma sulla questione stadio Franchi/Campi anche Repubblica. Palazzo Vecchio è convinto che anche da un restyling meno impattante dello stadio Franchi la Fiorentina possa ricavare. Non solo per la gestione degli spazi commerciali ma anche sul naming dello stadio e su qualche suggestiva opzione che rimbalza in queste ore, come un ristorante e un albergo dentro lo stadio.
TEMPI. In casa Fiorentina guardano con scetticismo ai tempi del restyling con regia pubblica: a Commisso hanno spiegato che i tempi medi di un’opera pubblica italiana sono 15 anni. Per Campi i tempi prospettati al patron viola sono ben più brevi. Due anni per i permessi e 2- 3 per i lavori. Anche l’eventuale architettura finanziaria piace di più a Commisso: acquisto terreni da un privato, stadio di proprietà, controllo su progetto e lavori, la chance di gestire 40-50 mila metri quadrati di commerciale e alberghi. Però serve l’ok della Regione. E un’intesa con Toscana Aeroporti, che ha fin qui osteggiato uno stadio zona Asmana perchè impatterebbe col progetto della nuova pista. Questa è una delle preoccupazioni di Giani. Il Comune di Campi ritiene che non ci sia incompatibilità, ha già fatto simulazioni.
MASTERPLAN. La tesi di Eugenio Giani è che Commisso per dimostrare di fare sul serio debba prima convincere Fossi e Nardella. E non solo: che debba pure proporre un masterplan con lo stadio ma anche con strade, casello autostradale, svincoli. Con tanto di ipotesi di costi per il pubblico. Poi saranno gli enti pubblici a valutare la fattibilità della cosa, contando anche che difficilmente si potrà usare il Recovery fund.
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Redazione LaViola.it