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Re Artù non si ferma più: 10 gol da febbraio, come Osimhen. E il gesto di Nico…

Ormai Cabral è insostituibile, considerazione alta anche da parte dei compagni. Fanno 7 reti in campionato e 15 in stagione

Se continuerà a segnare con questa regolarità, prima o poi qualcuno anche a Firenze farà come in Brasile, dove durante i festeggiamenti per la vittoria del secondo campionato consecutivo, battendo i rivali del Fortaleza nel derby, un tifoso del Ceará ha portato una corona allo stadio con l’unico obiettivo di metterla sulla testa del suo beniamino, Arthur Cabral. Dalla foto che è stata scattata quella sera è nata la leggenda di King Arthur, ovvero Re Artù. Un soprannome sul quale si è scherzato molto nei mesi scorsi visto che Cabral, nel suo primo anno solare a Firenze, non solo non sembrava un re, ma ci si interrogava parecchio sul fatto che potesse, o meno, reggere l’attacco della Fiorentina. Da gennaio le cose sono cambiate in maniera drastica, scrive il Corriere Fiorentino.

IL GESTO DI NICO. E’ cambiata pure la concezione che hanno di lui i suoi compagni. Lo ha dimostrato quel che è successo in occasione del rigore assegnato alla Fiorentina al 55’. Nico Gonzalez è andato a prendere il pallone e invece di posizionarlo sul cerchio bianco l’ha messo nelle mani di Cabral. Un’investitura niente male se si considera che Nico è un rigorista praticamente infallibile e anche un giocatore con un discreto carisma. L’argentino ha così permesso a Cabral di pareggiare e di segnare il suo 15esimo gol stagionale. Il settimo in campionato. Da febbraio a oggi il brasiliano ha segnato 10 gol, come Osimhen.

GOL E NON SOLO. Non solo il gol per Cabral. Ha lottato con i centrali nerazzurri in mezzo all’area, come sulla sponda per il tiro di Castrovilli. Oppure uscendo dall’area e cercando di legare il gioco, come quando a inizio partita ha eluso la pressione di tre o quattro avversari per liberare Barak. O ancora mettendosi in proprio quando non c’erano sbocchi e facendo a sportellate quando necessario. Ormai Cabral è centrale nel gioco della Fiorentina, Italiano lo sa bene e non ci pensa nemmeno a lasciarlo in panchina nelle gare che contano.

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