L’ex attaccante della Fiorentina ha parlato a La Nazione della piaga del razzismo e delle sue esperienze personali
Dal basket al calcio. Il razzismo non conosce confini (purtroppo, e l’ultimo weekend dello sport fiorentino lo ha dimostrato. Quello che è certo è che ogni volta si tratta di un grande dolore, oltre che una sconfitta. Per tutti. «Purtroppo sono passato anche io per questi episodi, e mio malgrado, devo dire che li ho vissuti solo in Italia». Parola di Luìs Oliveira, ex calciatore della Fiorentina dal 1996 al 1999. «Non so darmi una spiegazione, ma posso dire che insulti razzisti li ho ricevuti sempre nell’ambito del calcio, mai fuori dal campo. Credo che stia ai genitori far crescere i figli nel modo corretto. Forse i ragazzi di colore vengono presi di mira perché più bravi. Non posso immaginare altra spiegazione, perché è impossibile che nel 2023 alcune persone abbiano il coraggio di criticare persone come noi solo per il colore della pelle».
Quando le è capitato di ricevere insulti razzisti?
«Capitava soprattutto quando giocavo a Cagliari e, ad esempio, andavamo a giocare a Vicenza. Sentivo spesso il pubblico dagli spalti insultarmi con dei ‘buu’ razzisti. Ma anche quando ho giocato nel Muravera e sfidavamo la Torres. Era una gara sentita dal pubblico. Mi lanciavano banane in campo e mi facevano il verso della scimmia. Io rimanevo indifferente e li zittivo quando facevo gol. Ma capisco che non sia facile».
Di
Redazione LaViola.it