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Rapid e trasferte: bene quest’anno, male (con Barisic) l’anno scorso. Fiorentina cresciuta? Giovedì la riprova

Rapid e trasferte: austriaci bene quest’anno, ma male con lo stesso allenatore l’anno scorso. Fiorentina superiore, ma deve dimostrarlo sul campo

Dal punto di vista tecnico non sembrano esserci grandi dubbi: la Fiorentina è superiore al Rapid Vienna. Per i viola tutto starà nel dimostrarlo sul campo, cosa che col Lecce, ad esempio, è riuscita solo a metà.

ANDATA E RITORNO. Nonostante la miglior condizione fisica e la maggiore intensità messa sul campo da parte degli uomini di Barisic, anche a Vienna si è percepito un certo divario tra Rapid e Fiorentina. Tanto che, in fin dei conti, la squadra austriaca è riuscita a tirare in porta quasi solamente in occasione del rigore. L’1-0 con cui si sono conclusi i primi 90’, tuttavia, porta a pensare che il canovaccio tattico della partita di giovedì possa essere la classica tipologia di gare che la Fiorentina di Italiano ha sempre sofferto. Il Rapid ha due risultati su tre, sa bene che potrà stare chiuso e sfruttare il contropiede, mentre la squadra viola ha ricominciato da dove aveva concluso, ovvero subendo praticamente sempre gol alla prima occasione concessa agli avversari (è successo a Vienna, col Genoa e contro il Lecce).

RAPID FUORI. La formazione di Barisic ha ottenuto fin qui 2 vittorie esterne e 1 pareggio in 3 gare giocate lontano dal terreno amico tra campionato austriaco e preliminare di Conference League, vincendo 0-5 col Debrecen in Ungheria e 0-5 col BW Linz (squadra neopromossa), pareggiando 1-1 contro il Lask Linz (a cui andrebbe aggiunto un preliminare di Coppa D’Austria contro una formazione di quarta serie vinto 0-7). Eppure Barisic, nella passata stagione, riuscì ad ottenere in trasferta solamente 3 vittorie in 13 gare esterne in cui ha guidato il Rapid, 1 delle quali in Coppa D’Austria. In totale ha rimediato 3 vittorie, 3 pareggi e 7 ko su 13 partite giocate in trasferta. Rendimento, dunque, tutt’altro che invidiabile.

CRESCITA FIORENTINA. Piuttosto che temere il Rapid Vienna, insomma, sarà importante capire dove e come la Fiorentina sia realmente cresciuta. Fin qui, al netto del fatto che sono state giocate solo 3 partite, buona parte dei problemi generali che c’erano l’anno scorso si sono riconfermati: da una difficoltà nel mettere i centravanti (che sono stati cambiati) in condizione di far gol e calciare in porta alla troppa facilità con cui gli avversari trovano il gol alla prima occasione, dalla difficoltà di riuscire ad avere la stessa faccia per tutti i 90’ (bene col Lecce nel primo tempo, malissimo nel secondo, al contrario di Vienna) all’incapacità di chiudere, addormentare e gestire le partite. Anche alcune lacune individuali si sono confermate: da Quarta che non marca a dovere l’avversario all’inconsistenza offensiva degli esterni (Gonzalez escluso) passando per una capacità non sempre ottimale dell’allenatore di incidere a gara in corso. Col Rapid è dentro o fuori, la Fiorentina non può sbagliare.

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