Il centrale cresciuto in casa e un tecnico che viene da lontano. La Fiorentina sta già valorizzando il proprio settore giovanile
Ieri sera, a Firenze, il “decreto crescita” di cui si parla tanto in questi ultimi giorni ha trovato un degno avversario quando Luca Ranieri, su un cross di Kayode, ha colpito di testa e segnato il gol che consegna alla Fiorentina 33 punti in classifica, al momento il terzo posto (insieme al Milan) che vale la Champions e un capodanno da vivere con spensieratezza. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
È la storia più bella di una partita che non resterà certo nella memoria viola, se non per il risultato finale. È la storia di un giocatore italiano che a 24 anni riscuote i frutti di una fatica durata parecchie stagioni, iniziata nel settore giovanile della Fiorentina e proseguita a Foggia, Ascoli, Ferrara e Salerno, per fare poi ritorno proprio dove tutto era iniziato, nella squadra viola, che, guarda caso, aveva bisogno di lui come “prodotto del vivaio” per compilare la lista Uefa. È la storia di un difensore che ha limato i propri difetti, che si è evoluto da terzino sinistro a esterno di centrocampo e poi a centrale, che ha lavorato e aspettato che qualcuno credesse in lui.
Rimasto a Firenze più per necessità del club che per convinzione, ha trovato un allenatore, Vincenzo Italiano, che ha puntato sulle sue qualità, migliorandole: a quel punto, Ranieri è sbocciato. Ieri ha segnato il suo quarto gol stagionale, il primo (importantissimo) in campionato. Il penultimo (a Budapest contro il Ferencvaros) era stato altrettanto importante visto che ha consegnato alla Fiorentina la qualificazione diretta agli ottavi di finale della Conference League. In precedenza, ne aveva realizzati altri due ancora in Europa, nell’esordio a Genk.
Ma oltre alla reti, Ranieri ha dimostrato praticamente sempre la sua affidabilità, la sua solidità: dove c’è una chiusura difensiva, spunta lui
Onnipresente. Sinceramente, non ricordiamo partite sbagliate da parte di questo giocatore. Che, in definitiva, è l’emblema di ciò che dovrebbe essere il nostro calcio: più spazio e più fiducia ai prodotti dei nostri vivai. E meno attenzione agli acquisti sul mercato estero, da dove non sempre arrivano calciatori di spessore. Oggi Ranieri è una certezza della Fiorentina e in prospettiva potrebbe diventare anche un’ipotesi per la Nazionale di Luciano Spalletti.
In questa storia, Vincenzo Italiano ha un ruolo fondamentale. Se pensiamo che il cross che Ranieri ha sbatacchiato alle spalle di Milinkovic arrivava da Kayode, un altro giocatore italiano uscito dal settore giovanile, allora abbiamo tutti gli elementi per sottolineare una volta di più l’importanza di lavorare più su ciò che è nostro rispetto a ciò che arriva da fuori. E anche lo stesso tecnico della Fiorentina rappresenta il volto del nostro calcio che prova ad avanzare.

Di
Redazione LaViola.it