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Editoriali

Il rammarico per i 2 punti persi col Milan emblema della crescita della Fiorentina. Sperare in un buon 2018 non è utopia

Prendere un punto col Milan e tornare a casa con l’amaro in bocca. La sensazione generale e diffusa in casa viola è stata più o meno questa. Dal tifo agli stessi addetti ai lavori. Tanto da spingere lo stesso Pioli a parlare di due punti persi per il tipo di prestazione offerta dalla sua Fiorentina. Anche e soprattutto se messa a paragone con quella del Milan. Che in una settimana poteva essere messo al tappeto dall’accoppiata Inter e Fiorentina, e che invece esce con ritrovato morale ed un pass per la semifinale di Coppa Italia. A differenza della Fiorentina. Che potrebbe ritrovarsi a fine stagione a dover fare la conta dei rimpianti per le famose occasioni perse, o meglio gettate al vento, e doverci inserire anche la partita col Milan stesso.

Guardandosi indietro, e non occorre tornare ad inizio stagione quando il Milan sembrava già campione di tutto e la Fiorentina destinata a retrocedere, ma semplicemente ripensare a qualche settimana fa, pensare a doversi rammaricare per un pareggio contro il Milan, fa quasi specie. Ed è forse l’emblema della crescita della stessa Fiorentina. Che esce a testa alta dalla Coppa Italia pur affrontando la Lazio in trasferta, e che contro la squadra di Gattuso, che rimane ben più che pericolante ed in grande difficoltà nonostante questi ultimi due risultati, non è riuscita a trovare il bottino pieno per qualche occasione di troppo sprecata ed un errore del pacchetto arretrato sul gol del Milan.

Con qualche perplessità crescente su alcuni singoli. In evidente difficoltà soprattutto fisica, come Chiesa e Thereau. Con i soliti dubbi tecnici legati a Benassi ed Eysseric. E prospettive nebulose come Saponara. Ma la crescita evidenziata da Vitor Hugo fa ben sperare, così come quella di Biraghi e Laurini. E non è poco. Permetterebbe e permetterà, infatti, a Pioli di poter far ruotare maggiormente alcuni elementi che hanno tirato la carretta fin qui percorrendo quasi ogni domenica la distanza chilometrica maggiore del campionato. E non è un caso se alla sosta di Gennaio questa squadra ci sta arrivando col fiato corto. La difesa ha trovato una buona quadratura. Fatta eccezione per una lettura sbagliata a Roma con la Lazio ed il gol subito dal Milan, che però non possono cancellare i numeri in crescendo del pacchetto arretrato. Davanti, piuttosto, Pioli dovrà lavorare su due termini: cinismo, la Fiorentina non può permettersi di essere la squadra che calcia più volte in Serie A fuori dallo specchio, e intesa. Contro il Milan è sembrato di rivedere una serie di calciatori messi lì senza mai aver giocato insieme. L’intesa tra gli attaccanti dovrà migliorare, e molto. Dovranno metterci del loro i singoli, ma anche trovare qualche soluzione Pioli stesso.

Sperare in un buon 2018 non è utopia. La corsa all’Europa League è quanto mai viva. L’Udinese, con un filotto clamoroso di 5 vittorie di fila, dimostra che con uno sforzo in più in termini di continuità, la classifica possa essere stravolta in poco tempo. Torino, Milan, e Atalanta, ma anche la Sampdoria invece, hanno dimostrato di esser tutt’altro che continue. E di questo dovrà approfittarne la Fiorentina. La striscia positiva sale a 7 gare di fila, in campionato. Con 2 vittorie e 5 pareggi. Non è insomma tutto sbagliato, o tutto da rifare. C’è qualcosa da correggere. Anche sul mercato. Impensabile non ritoccare il centrocampo a Gennaio, reparto che al momento non garantisce affidabilità e costanza. E non certo con il Tino Costa di turno.

Il bicchiere, insomma, può anche essere visto come mezzo pieno al giro di boa. Riempirlo non pare impossibile. Ma per farlo servirà uno sforzo in più da parte di chi indossa questa maglia, da chi la guida dalla panchina, e da chi l’ha costruita. In fondo l’anno scorso la Fiorentina che non ha centrato l’Europa per 3 punti ha girato a 30. Questa a 27, ma con la sensazione che qualcosa sia stato lasciato per strada. E col passo più lento delle dirette concorrenti, ed un posto in più per arrivare in Europa, sprecare l’occasione di gettare basi un po’ più solide da associare ad un piazzamento in Europa sarebbe un delitto.

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