A due giornate dal termine di questa stagione la Fiorentina si sta già guardando intorno, in vista di un mercato estivo che vedrà inevitabilmente il club gigliato nel ruolo di protagonista, nel bene o nel male. Una rosa, quella viola, che subirà numerose mutazioni, a cominciare dall’uomo che schiererà in campo i giocatori, che sarà Stefano Pioli. Per quanto riguarda il parco giocatori che avrà a disposizione dell’ex tecnico di Lazio e Inter, la questione si fa più spinosa.
Le parole di Antognoni sembrano confermare ciò che logicamente si era già inteso: per fare un mercato importante sarà necessario compiere un sacrificio, inteso come cessione di un giocatore che ha molto mercato. Insomma, in regime di autofinanziamento e con un bilancio alle spalle praticamente pari (2016 chiuso con un passivo di due milioni di euro), se non vendi non compri. E non è detto che gli esuberi della Fiorentina rimpolpino le casse viola a tal punto da poter evitare di privarsi di uno dei pezzi da novanta del roster gigliato.
Questo sembra essere il pensiero della società, la quale, come ci si immaginava, ha individuato in Nikola Kalinic il calciatore sacrificabile per poter svolgere un mercato estivo competitivo. Il problema resta sempre il solito: come verrebbero reinvestiti i soldi di una eventuale cessione del croato? Inoltre, nonostante sul calciatore penda una clausola rescissoria da 50 milioni, l’impressione è che difficilmente busseranno alla porta della Fiorentina società pronte a spendere quella cifra per il centravanti classe ’88.
Vale la pena allora sacrificare uno dei migliori giocatori (se non il migliore) della attuale rosa viola? La cessione di Kalinic, dal punto di vista del portafogli e non del cuore, sembra comunque la migliore scelta possibile per la Fiorentina. I soldi che verranno incassati dalle cessioni dei vari Ilicic e Badelj appaiono insufficienti per rifondare una squadra arrivata alla fine di un ciclo. Dal punto di vista emotivo, lasciare partire Kalinic dopo la sua miglior stagione realizzativa sarebbe un brutto colpo. Ma se persino il giocatore manifestasse la voglia di partire non si potrebbe fare altrimenti.
Sempre che Bernardeschi alla fine non decida di partire verso altri lidi già nel corso di questa estate. In tal caso, i soldi per fare mercato arriverebbero dal talento di Carrara e Kalinic potrebbe restare in maglia viola, sempre a condizione che non resti con malumore. Ma la separazione dall’italiano sarebbe assai più difficilmente digeribile per l’ambiente viola, vista la storia a Firenze di Bernardeschi e l’età anagrafica che lo rende ancora un giocatore di prospettiva.
La società sembra aver fatto la sua scelta: lasciamo partire Kalinic, facciamo di tutto per trattenere Bernardeschi. Tenerli entrambi? Possibile. Tuttavia, data la politica economica della Fiorentina, Corvino si troverebbe ancora una volta a fare i salti mortali durante tutta la sessione di mercato estiva. E nel precedente mercato questa condizione non lo ha fatto uscire come vincitore, tutt’altro. La scelta maggiormente temuta dai tifosi sarebbe la contemporanea cessione di Kalinic e Berna, più difficile ad essere sinceri. In questo caso le casse della Fiorentina sarebbero ricolme di soldi da reinvestire. Ma sarebbe assai arduo riuscire a rimpiazzare due elementi così importanti della rosa viola, oltre a dover subire probabili feroci contestazioni dalla tifoseria. L’opzione alternativa potrebbe essere rappresentata dalla scelta di sacrificare un giocatore come Vecino, uscito dalle pagine dei giornali ma stimato da molti club. Comunque la si giri, la parola “sacrifico” torna prepotente in qualsiasi discorso che faccia riferimento all’imminente calciomercato viola. Bisognerà farci l’abitudine.
Di
Marco Zanini