Una Fiorentina con cuore e carattere riprende l’Inter, un gruppo unito che sa reagire alle difficoltà. Ora avanti verso il sogno.
E ora, sotto a chi tocca. All’Atalanta, per intendersi, attesa da queste parti mercoledì sera. Il messaggio è forte. E chiaro. Chi vuole l’Europa, o la Coppa Italia, dovrà fare i conti con la Fiorentina fino alla fine. E farla fuori sarà dura. Parecchio dura. Possono colpirla, attaccarla. Possono provarle tutte ma loro, i ragazzi di Pioli, restano lì. In piedi. Più forti di tutto, e di tutti. Aggrappati al treno giusto in campionato, e pronti a giocarsela con la Dea. Così scrive il Corriere Fiorentino.
BEL PRIMO TEMPO. L’aggressione in avanti, la personalità, la capacità di mettere in crisi una difesa forte come quella dell’Inter. Tutto bello ma poi, la differenza, si fa negli ultimi trenta metri. Vale per la fase difensiva, e per quella offensiva. Basta pensare all’occasione sprecata da Gerson al 28’. Tanto bravo a recuperar palla quanto sciagurato nel calciare fuori. E così, nonostante 45’ giocati più che alla pari, ti ritrovi sotto.
TECNOLOGIA. Capita infatti che il Var peschi un calcio di (involontario) di Muriel a D’Ambrosio, e spinga Abisso ad annullare tutto. La decisione ci sta, ma resta da interrogarsi sul famoso protocollo. Era, quello, un errore chiaro ed evidente? Evidentemente, contro l’Inter, va così. Ed ogni riferimento al polpastrello di Vitor Hugo (gara d’andata a San Siro) non è casuale.
GRUPPO. Si diceva, però, del gruppo. Della sua forza. Di un cuore enorme che, quando pareva finita, ha permesso ai viola di tornare in partita. Un gioiello, la punizione di Muriel. E poi Chiesa che, al 97’, ha trovato la forza per conquistarsi un rigore. E per fortuna che il Var, in questo caso, abbia guardato «verso» la Fiorentina. Una squadra infinita. Una squadra che ha un sogno, e che non smette di difenderlo.

Di
Redazione LaViola.it