E anche il 2016 della Fiorentina si è chiuso senza il trionfo in una competizione, senza essere riusciti a mettere in bacheca un nuovo trofeo.
Non è mai facile perché alla fine di vince sempre uno solo, ma da ormai troppo tempo a Firenze non si festeggia la vittoria di un trofeo, di una coppa.
La storia della Fiorentina è piena di grandi dirigenti, ottimi allenatori, giocatori fuoriclasse, ma purtroppo il palmares è troppo piccolo per quanto invece avrebbe potuto e dovuto essere.
In qualche maniera lo stesso discorso vale anche per l’era Della Valle. È stata sfiorata la possibilità di vincere una Coppa Italia, probabilmente anche una Europa League, ma alla fine il risultato finale dice zero.
E pensare che allenatori e giocatori che avrebbero potuto riuscirci ne sono passati. E qui nasce il dispiacere maggiore: vedere allenatori e giocatori essere passati da Firenze, aver indossato la maglia viola della Fiorentina, ma alla fine vincere da altre parti con altri club.
E qui nasce spontanea la domanda: perché non sono stati messi in gradi di farlo a Firenze con la Fiorentina?
L’ormai celebra frase di Riccardo Montolivo di alcuni anni fa “vado via da Firenze per vincere” veniva rinfacciata all’ex centrocampista viola perché col Milan non era riuscito a vincere niente.
Ma con l’arrivo dell’ex allenatore viola Vincenzo Montella, un altro allenatore ambizioso, le cose sono cambiate e i rossoneri, dove nel frattempo hanno è arrivato un altro ex viola come Matias Fernandez, è arrivata la vittoria della Supercoppa Italiana.
Come non dimenticare Cuadrado e le sue vittorie con il Chelsea e la Juventus, oppure Alonso che sta dominando la Premier League col Chelsea di Conte.
In passato, per citarne altri e la lista sarebbe molto lunga, Luca Toni col Bayern Monaco, Stevan Jovetic e Matija Nastasić col Manchester City.
Alla fine rimane il dispiacere, il rammarico, vedere chi è passato da Firenze andare a vincere da altre parti e non con la maglia viola della Fiorentina. I motivi? Tanti, troppi, gli stessi. E la bacheca continua a essere scarna.

Di
Gianni Ceccarelli