Rassegna Stampa
Quel lungo corridoio di lacrime, tra l’hotel e l’obitorio
Sono le 15.30 quando la Mercedes nera messa a disposizione della famiglia Astori dal patron dell’Udinese, Pozzo si presenta davanti al cancellone freddo e anonimo dell’obitorio dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, a una manciata di chilometri dallo stadio ‘Friuli’. A bordo ci sono i genitori del giocatore. Così scrive La Nazione. Papà Renato e il fratello Bruno, che quasi sorreggono la madre. Con loro Giancarlo Antognoni, il dirigente viola, l’accompagnatore Bonelli, un paio di carabinieri per favorire il loro accesso alla camera mortuaria dove Astori è arrivato poco dopo mezzogiorno. Ci sono il dolore e gli sguardi verso l’infinito sui volti dei familiari del capitano della Fiorentina, sguardi identici a quelli dei compagni di squadra che un’oretta e mezzo prima avevano lasciato in pullman l’hotel di Udine circondato dalla tarda mattinata di ieri da un’aria di incredulità e tristezza.
La notizia della morte di Astori aveva sconvolto la routine di un ritiro come tanti altri. Fatto di cena di gruppo, messaggi con lo smartphone e partite alla play station. Ma ieri mattina, la hall dell’Hotel Là di Moret era solo e soltanto un corridoio di dolore e di incredulità, fra il camminare veloce degli uomini dell’assistenza sanitaria, le autorità richiamate per constatare il decesso e i carabinieri che – per le formalità di rito – hanno dovuto ricostruire con Sportiello gli ultimi momenti in vita di Astori, sabato sera, prima di chiudersi in camera per andare a dormire.