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Quei messaggi di Pioli e la fiducia “illimitata” della società. Tecnico non in discussione, ma trovi una soluzione
La crisi di settembre e un derby infuocato all’orizzonte: una Fiorentina così non sembra vera. Pioli accantona il lavoro estivo, ma non basta
Non sono soltanto i due punti in quattro partite. Il peggior avvio della gestione Commisso insieme al 2019/2020 con Montella, tra i peggiori inizi anche della carriera di Pioli. C’è tanto di più in questa crisi (inaspettata?) di settembre della Fiorentina. Tra una difesa che continua a incassare occasioni avversarie e soprattutto gol, e un attacco che non riesce praticamente mai a trovare la porta, a preoccupare in particolar modo è l’incapacità della squadra di giocare il pallone. Poche volte, insomma, Ranieri e compagni danno l’impressione di sapere cosa fare quando hanno il possesso palla. Nella prima mezz’ora contro il Como i movimenti senza palla davano qualche soluzione a chi aveva il pallone tra i piedi, poi buona volontà e distanze si sono perse. Fino all’inevitabile rimonta di Fabregas.
LA GESTIONE. A sottolineare il concetto è stato lo stesso Pioli, che ha trovato una motivazione davanti a tutte per questo avvio particolarmente difficoltoso: “Se non miglioriamo la gestione della palla i guai saranno tanti. Dobbiamo gestirla meglio se vogliamo fare partite di controllo e dominio, non di rincorsa e seconde palle. È la situazione in cui dobbiamo lavorare di più. Devo trovare soluzioni perché la manovra sia più fluida e continua. Non c’era tutta quella pressione per calciare così tante volte lungo come abbiamo fatto, e la squadra ha fatto poi fatica ad accorciare. Questo è stato il limite più grande, devo cercare di trovare soluzioni diverse”. E ancora: “Ci vorrà un po’ di tempo ma questa deve essere una mia priorità e dei ragazzi, superare la prima pressione è fondamentale per diventare una squadra di livello e non buttare la palla in avanti e sperare nei duelli”. Parole che possono sembrare persino banali, ma che racchiudono tante criticità di questa squadra. Responsabilità se le è prese lo stesso Pioli, ed è giusto così. Perché in due mesi di lavoro con l’ossatura di base non vedere progressi da questo punto di vista è preoccupante. E va al di là di sistemi di gioco e moduli tattici.
ACCANTONATO. Nel giro di una settimana Pioli ha accantonato tutto il lavoro estivo, provando a ripartire da un 4-4-2 che togliesse spazi ai ragazzi di Fabregas. Idea funzionata per mezz’ora, poi la Fiorentina ha rinunciato a giocare. Se da una parte c’è stata umiltà e voglia di cambiare la situazione, anche a livello tattico, dall’altra poi il tecnico non ha saputo porre i correttivi giusti quando l’inerzia è andata chiaramente dalla parte comasca. Se Fazzini e Nicolussi Caviglia, e per certi versi Fortini, avevano dato quel qualcosa in più anche a livello di energia in avvio, poi i vari Sohm e Fagioli hanno ulteriormente depotenziato la squadra, senza provare neanche una soluzione tattica diversa che magari poteva aiutare una Fiorentina in difficoltà.
LA FIDUCIA DI PRADE’. In ogni caso Pioli non è in discussione. Almeno da parte della società, che lo ha difeso a spada tratta per bocca di Pradè: “La fiducia è illimitata, è il nostro condottiero”. Del resto, con un contratto triennale da 3 milioni a stagione, all’inizio di un percorso, difficile pensare altrimenti, anche se il popolo fiorentino (allo stadio e non) sta iniziando a perdere pazienza e fiducia. Nei confronti dell’allenatore e di una squadra che non avevano nascosto aspettative addirittura da Champions e di vittoria di un trofeo, ma anche dello stesso Pradè tornato ad essere attaccato duramente dalla Fiesole. Insomma, se in estate la contestazione era stata messa da parte con l’arrivo del tecnico e un mercato che poteva lasciare intendere qualcosa di buono, si è tornati presto alla situazione di maggio. Con una Fiorentina senza gioco e con pochissimo (quasi nulla) da salvare, già in crisi e con un derby che si preannuncia infuocato a Pisa all’orizzonte.
TROVI UNA SOLUZIONE. Pioli ha voluto ricominciare subito oggi al Viola Park. Chiaro che sia lui non solo il responsabile, il garante, ma anche l’uomo che deve trovare soluzioni ad una situazione che si è complicata all’improvviso. Perché è vero che una campagna acquisti da una sessantina di milioni di passivo non ha portato pronti-via giocatori in grado di alzare il livello (e questa è una colpa dell’area mercato), ma di materiale per poter fare molto meglio di così ce n’è senz’altro. Anche soltanto con i giocatori confermati dalla scorsa stagione. C’è soprattutto da trovare un senso (leggasi anche identità) a questa squadra, prima a livello tecnico e poi tattico. Perché dopo 4 giornate non è pensabile buttar già via un campionato.