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Quarta, luci ed ombre. Quel cercare l’anticipo arma a doppio taglio. La crescita continua
Martinez Quarta, il percorso di crescita prosegue, tra luci ed ombre. Quel cercare l’anticipo come arma a doppio taglio, e qualche ‘buca’ di troppo
Nessuno nasce imparato. Se però arrivi in Serie A per un investimento da 6 milioni + 6 di bonus e sei titolare nella difesa dell’Argentina, evidentemente qualche dote devi pure averla. E’ il caso di Martinez Quarta, che dopo aver svolto settimane di apprendistato è ormai un ‘titolabile’ della Fiorentina. Con luci ed ombre.
BUCHE E RECUPERI. Sul gol dell’Inter allo scadere dei supplementari può avere inciso, e molto, il modo al limite di smarcarsi di Lukaku sullo stesso Quarta. Sul gol che si divora Lautaro da due passi, invece, è la classica ‘buca’ su cui il difensore argentino deve migliorare. Limite, questo, sul quale ci sarà da lavorare, e molto. Perché in Serie A al primo errore rischi di essere punito. Una cosa appare ormai evidente: cercare l’anticipo, con temperamento ed irruenza, anche lontano dall’area di rigore, è una sua caratteristica.
A DOPPIO TAGLIO. La tendenza del difensore moderno, tuttavia, va in direzione opposta, ovvero nell’attendere piuttosto che rischiare di uscire a vuoto e pagare dazio in caso di errore. Con lo stesso Cagliari, un paio di volte Quarta ha permesso Simeone di andare al tiro cercando la giocata in anticipo o leggendo male la chiusura, così come fatto anche contro l’Inter su Lautaro stesso. E’ evidente, dunque, che attraverso il lavoro si debba trovare un punto di equilibrio tra lo sfruttare la dote dell’anticipo e l’evitare rischi eccessivi. Che in Serie A, come detto, paghi più che in Sudamerica. Allo stesso tempo, avere a disposizione un calciatore che stronchi la manovra offensiva degli avversari e riesca ad impostare con velocità una ripartenza può essere un’arma fondamentale e determinante.
PERCORSO DI CRESCITA. Tra luci ed ombre, dunque, il percorso di crescita di Quarta prosegue. Anche in virtù dei problemi fisici del connazionale Pezzella, con quel compito di guidare la difesa da centrale puro nei tre che sarà il suo futuro, anche in virtù dell’eleganza con cui tocca il pallone e per come riesce ad impostare. Doti che non sono di certo passate inosservate quando è stato preso. Sul resto c’è ancora da lavorare. E l’esperienza di uno come Dario Dainelli può dare una mano.