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Rassegna Stampa

Quarta-Igor, la Fiorentina alza il muro. Anche senza Milenkovic

Quarta

Ottima prestazione dei due centrali contro il Milan. E ottima prestazione del reparto anche senza il serbo, un punto fermo di Italiano

Eppure Milenkovic non c’era. Assenza pesante, senza dubbio, ma coincisa con una delle migliori prestazioni della difesa viola. Ed è proprio questo uno dei messaggi estremamente positivi che Italiano e la Fiorentina hanno incassato nella notte magica contro il Milan. Sì, la difesa. Ovvero quel reparto finito non una ma mille volte nel mirino, ha sprigionato una prestazione di qualità e robustezza. Scrive La Nazione.

I protagonisti

Milenkovic, dunque, rimasto in panchina, ha spinto e convinto l’allenatore a rilanciare la coppia di centrali che (nel recente passato) era apparsa forse la più fragile. Ok, tutto vero, ma Igor e Quarta, riletti nel rendimento di qualche tempo fa, erano sempre stati garanzia di un rendimento di fascia alta. Possibile che si fossero smarriti (del tutto), all’improvviso, trasformandosi da top a flop?

No, Italiano questo non lo ha mai pensato. E la risposta ottenuta contro il Milan è stata la riprova che voleva. Igor è stato statuario in ogni intervento. Ha cancellato Giroud, chiusa la strada a Rebic, rincorso, quando ce n’era il bisogno, Hernandez. Palloni persi? Zero. Anticipi decisivi? Cento.

E veniamo a Quarta

E’ stato decisivo come il brasiliano. Ma di lui va messa a fuoco la prestazione soprattutto per un’altra ragione. Ha dato ordine al reparto, l’argentino, e lo ha fatto con personalità impressionante. Magari è stato meno incisivo – spettacolare – nei suoi interventi, ma ha dettato i tempi con una personalità da numero uno. Belli e bravi i centrali con cui Italiano ha saputo piegare il Milan.

Senza trascurare anche il lavoro di capitan Biraghi (mentre Dodò merita una storia a parte). Biraghi, sa rispondere sempre e comunque alle critiche, al sentirsi nel mirino. E lo fa nel modo che più gli piace. Giocando, tenendo – da capitano – il gruppo unito. Con il Milan non aveva un compito facile. Proprio no. Incrociare Messias non era una passeggiata. Ma l’ha fatto. Altro che se l’ha fatto.

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